INFRASTRUTTURE

Ricerca per

oppure

Visualizza tutte le infrastrutture

INTERVENTI

Ricerca per

oppure

Visualizza tutti gli interventi

DOCUMENTI

Ultimi Documenti
Ricadute economiche, occupazionali e ambientali di A35 Brebemi sul territorio - 2019
Trasporto stradale
L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile - 2018
Generale
Corridoi ed efficienza logistica dei territori - 2018
Logistica e intermodalità
Tutti i Documenti >

MAPPE TEMATICHE

Selezionare i criteri di visualizzazione

15 febbraio 2013Generale

Trasporti, studio del Ministero dell'Ambiente: 'Troppe merci su strada, bisogna invertire il rapporto'

Roma, 15 febbraio 2013 - Troppe merci su strada. In Italia il 94% delle merci viaggia su gomma, appena il 6% in ferrovia. Se si sommano tutte le forme di trasporto alternative all'asfalto, cioè la ferrovia più il cabotaggio sui mercantili più le idrovie, il totale rappresenta appena il 13% degli spostamenti delle merci. Se invece il rapporto fra strada e ferrovia fosse invertito, si potrebbe conseguire un notevole abbattimento dei costi esterni che gravano sull'ambiente, fino al 57% dell'ammontare complessivo sviluppato dal trasporto su strada, con un risparmio stimabile attorno ai 3 miliardi di euro l'anno. Sono questi i dati salienti di uno studio sul trasporto delle merci in Italia sviluppato dal ministero dell'Ambiente in collaborazione con l'Autorità portuale di Trieste e la società di logistica Alp.

Il rapporto "Il trasporto merci in Italia" affronta un tema primario e strategico per l'ambiente e per la crescita economica italiana in un contesto europeo, prendendo in considerazione 53 terminali intermodali presenti in Italia, ripartiti secondo le macro aree del Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud Italia. "Non a caso - spiega nella sua introduzione allo studio il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - la tematica del contenimento dell'impatto ambientale causato dal trasporto merci rappresenta da tempo uno degli obiettivi primari costantemente all'attenzione degli organi nazionali e comunitari, nell'ambito delle azioni di governo e regolamentazione del territorio e delle attività economiche in generale".

Il trasporto delle merci in Italia ha assunto ruolo sempre più rilevante dal punto di vista delle emissioni di CO2, che hanno effetti sul clima. Con questa strategia, afferma il ministero, si raggiungerebbe anche l'obiettivo fondamentale di favorire le imprese ferroviarie e gli operatori logistici, che avrebbero così l'occasione di proporre servizi e offerte commerciali adeguate, sostenibili e competitive.

Lo studio fa emergere anche un percorso possibile di sperimentazione per spostare le merci sui carri ferroviari e sulle vie d'acqua,sfruttando i 53 terminali intermodali presenti in Italia, ripartiti secondo le macro aree del Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud. Sono state fatte due analisi, l'analisi aggregata e l'analisi disaggregata.

ANALISI AGGREGATA

L'area a più alta intensità di traffico autotrasportato sia come origine che come destinazione - si legge - risulta il Nord Est, con 532 milioni di tonnellate in uscita e 527 milioni di tonnellate in entrata, seguita dal Nord Ovest, quindi dal Centro, dal Sud e dalle Isole. L'area in cui si riscontra il maggior chilometraggio medio è invece il Sud, con 149,7 km medi in entrata e 165 km medi in uscita.

L'area che presenta un maggior eccesso di carico in uscita rispetto ai volumi in entrata è il Nord Ovest, con un indice di saldo pari a +3,9%, seguita dal Nord Est con -1,43%. Il Sud con un saldo pari a -6%, le Isole con -1,87% ed il Centro con -1,79% presentano tutti un eccesso di carico in entrata rispetto ai flussi in uscita.

Per rendere l'analisi il più coerente possibile con l'obiettivo, come scritto nel Rapporto, si è proceduto a calcolare per tutte le Regioni e le aree un valore medio dei volumi tra flussi in uscita e flussi in entrata e farli viaggiare su rotaia. I valori medi ottenuti per ciascuna macroregione (totale generale 1 miliardo e mezzo di tonnellate di traffico e 110,2 km medi) sono stati ripartiti secondo due fasce chilometriche: fino a 150 km ed oltre i 150 km.

Ciò ha permesso di avere un'idea sulle percorrenze medie divise per ciascuna area, "dato essenziale per valutare la percorribilità e la possibile competitività del trasporto alternativo per via ferroviaria". Fino a 150 km, infatti, è risultato un totale generale percorso di 36 km medi, oltre i 150, invece, 353,8 km, valutati come "numeri apprezzabili".

Complessivamente, infine, nelle diverse aree, ben 349 milioni di tonnellate vengono trasportate su di una distanza media che supera i 350 km.

ANALISI DISAGGREGATA

È stato osservato che il volume totale della ripartizione corrisponde a 1,093 milioni di tonnellate, dato molto vicino al volume del trasportato complessivo nazionale entro la fascia dei 150 km e che ammontava ad 1,148 milioni di tonnellate. La differenza tra i due dati, pari a 55 mila tonnellate, può essere attribuita ai traffici trans-regionali a breve raggio.

Il volume complessivo dell'interscambio ammonta a 387,39 milioni di tonnellate, dato coerente con quello del volume complessivo nazionale nella fascia oltre i 150 km e con una percorrenza media oltre i 350 km, che nell'analisi aggregata risultava ammontare a 349 milioni di tonnellate.

Sulla base delle analisi all'impianto strutturale dell'autotrasporto merci in Italia, ai volumi trasportati e alle direttrici dei flussi lungo i quali si sviluppa l'infrastruttura stradale e ferroviaria del Paese, "si ritiene - conclude il Rapporto - che vi sia notevole margine operativo per modulare uno schema di offerta di trasporto alternativo al tutto-strada".

M.Av.

Fonte: http://www.lestradedellinformazione.it