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19 febbraio 2013Generale
Expo, 25 miliardi di indotto L'invasione dei turisti un'opportunita' storica
Per l'evento necessari 200 mila posti di lavoro. Sangalli: «Benefici per dieci anni».
Verranno 20 milioni di turisti, spenderanno in media 500 euro ciascuno, nasceranno nuove imprese e ci sarà bisogno di forza lavoro. Si ripete che Expo è un'opportunità: per uscire dalla genericità, uno studio della Bocconi ha cercato di quantificare che cosa l'esposizione potrebbe portare al Paese e alla Lombardia. Ed ecco i dati: dal 2012 al 2020, quasi 25 miliardi di euro di produzione aggiuntiva, che diventano più di 10 di valore aggiunto. E ancora, 199 mila unità di lavoro, al netto di quanto necessario per pagare e costruire le infrastrutture previste.
Per produzione aggiuntiva si intendono gli investimenti previsti dalla società e dai paesi partecipanti; l'indotto garantito dai flussi turistici; gli effetti delle nuove imprese nate per l'evento, per la valorizzazione degli immobili, per la crescita dell'attrazione turistica. Togliendo a queste cifre quanto bisogna sborsare per costi o tasse, si arriva al valore aggiunto: 10,5 miliardi di euro, di cui solo 4 legati all'arrivo di turisti che la società continua a stimare in 20 milioni.
Poi c'è l'occupazione: la ricerca stima una necessità di 199 mila unità di lavoro. Quasi 80 mila per i flussi turistici, gli altri soprattutto per effetti indiretti o indotti legati agli investimenti, alla gestione della società, ai Paesi partecipanti, Non si tratta soltanto di nuovi posti, sia chiaro: come spiega il professor Alberto Dell'Acqua, docente della Sda Bocconi che ha curato l'indagine, «abbiamo calcolato il fabbisogno totale che, almeno in parte, può essere coperto da quanto già offre il mercato». Lavoro, comunque. I dati della ricerca sono stati presentati lunedì dal presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli, che ha premesso: «Si tratta di una sfida difficile, ma non possiamo permetterci di perderla. Servono spirito di squadra e fiducia nel futuro. E questo è un messaggio che rivolgiamo anche al prossimo presidente della Regione e al prossimo presidente del Consiglio».
Al suo fianco, la presidente di Expo e commissario del Padiglione Italia, Diana Bracco e l'ad Giuseppe Sala: «I dati della ricerca - osserva Sala - dimostrano che non stiamo spendendo i soldi del contribuente, ma li stiamo investendo». In particolare, Sala osserva che «gli effetti di Expo andranno oltre alla chiusura dei cancelli, il 31 ottobre 2015, dal momento che in molti settori produttivi ci saranno ricadute che dureranno anche negli anni successivi». Ricadute anche in termini di immagine: «Il Padiglione Italia - osserva Diana Bracco - sarà una straordinaria piattaforma di relazioni internazionali e un formidabile strumento per promuovere il nostro Made in Italy, la nostra tradizione enogastronomica, il patrimonio paesaggistico e culturale».
Antonio Lareno, responsabile del progetto Expo della Camera del Lavoro ricorda che «i sindacati di Milano stanno da tempo sollecitando le istituzioni locali a dare vita ad un "patto per il lavoro in Expo" che faccia tesoro delle migliori pratiche europee per organizzare il governo della specifica domanda di lavoro indotta dell'esposizione internazionale». «È in fase di chiusura il testo del protocollo - fa sapere l'assessore comunale Cristina Tajani - che ci consentirà di gestire correttamente l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro e prevedere i fabbisogni professionali connessi all'evento».
di Elisabetta Soglio