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7 marzo 2013Generale

Infrastrutture del futuro per la Regione Lombardia

Potenziare il trasporto pubblico su ferro, concludere le opere già iniziate ed avviare una profonda riflessione su come realizzare le infrastrutture nel futuro prossimo. Il tutto nell'ottica della “frugalità”, vera e propria parola d'ordine nella programmazione dei cantieri nei prossimi anni. Sono questi gli scenari descritti dall'Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Andrea Gilardoni, intervenuto in Bocconi ad un convegno, durante il quale è stato presentato lo studio “Le infrastrutture del futuro”. Realizzata dall'Assessorato regionale, sia a livello regionale che nazionale, la ricerca mette a fuoco sei ambiti infrastrutturali fondamentali (viabilità, ferrovie, aeroporti, logistica, utilities, telecomunicazioni), raccogliendo idee e contributi offerti da operatori e studiosi in vari comparti del Paese.
 
“Ci troviamo – ha detto l'Assessore – davanti ad un quadro complesso: non solo ci sono meno risorse finanziarie pubbliche, perché il modello storico che si basava sul finanziamento pubblico è praticamente finito, ma il nostro Paese fatica anche ad attrarre i grandi investitori internazionali a causa della burocrazia, dell'incertezza e della complessità dei processi autorizzativi”. “Eppure – ha proseguito Gilardoni – la nostra regione ha esigenze infrastrutturali significative e gli studi fatti dall'osservatorio sui costi del non fare dimostrano chiaramente che, se si realizzano certe opere, si genera un benessere per l'intera comunità. Bisogna dunque trovare nuovi modi per costruire, in un'ottica di aggiornamento e razionalizzazione”.
 
Le opere devono dunque essere intelligenti. “Il futuro non può essere fatto solo di cemento ed acciaio – ha rilanciato l'Assessore – ma anche della capacità di pianificare l'integrazione tra il nuovo e l'esistente. Così come occorre estendere rapidamente la banda ultra larga all'intero territorio lombardo, perché questa è una condizione di sviluppo ineliminabile”. Intelligenza, ha spiegato Gilardoni, è anche sfruttare al meglio ciò che si ha. E, per fare questo, occorre eliminare i cosiddetti “colli di bottiglia”: “Abbiamo infrastrutture rilevanti, che però in certi punti sono sovraccariche e rischiano di vanificare i consistenti investimenti fatti per realizzarle”.
 
“I laghi sono i gioielli della corona d'Italia e, anche in vista di Expo, bisogna impegnarsi per valorizzarli al massimo. A questo scopo ritengo che sarebbe utile che la gestione della navigazione, attualmente di competenza governativa, passasse in capo alla Regione, che sa meglio interpretare le necessità del territorio”.
 
“I 31 rappresentanti delle aziende che hanno dato il proprio contributo alla realizzazione dello studio – ha concluso l'Assessore – hanno manifestato soprattutto l'esigenza di logiche nuove, che diano tempi certi nel rilascio delle autorizzazioni. Non risolvere questo problema significa avere impatti negativi in termini di costi e oneri di finanziamenti, che provocano le fughe dei capitali stranieri dal Paese”.