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22 marzo 2013Generale
Trasporti: Federmanager, sviluppo tema cruciale per la competitivita'
"Lo sviluppo delle infrastrutture e dei trasporti è un tema cruciale per la competitività del nostro sistema Paese e per la produttività delle nostre aziende non è accettabile continuare a trovare l'Italia al 24simo posto nella classifica dei paesi calcolata in rapporto agli indici di connettività, sicurezza del trasporto, modernità, logistica, affidabilità". Così Giorgio Ambrogioni, presidente Federmanager, è intervenuto sul tema dei trasporti.
"Sembra di rileggere – ha proseguito – uno studio di Confindustria di 22 anni fa, che segnalava le identiche problematiche che sono sul tavolo ancora oggi. Questo Paese ha bisogno di un colpo d'ala, la politica dovrà avere una visione strategica. Non si può parlare di competitività dimenticando di dare effetto a politiche che devono intervenire sugli asset strategici. La politica deve elaborare una visione, il management che Federmanager rappresenta deve dare il proprio contributo per tradurre la visione in un progetto".
Per Ambrogioni, inoltre, dalla "contaminazione del mondo accademico e del mondo manageriale" "si può ottenere quell'innalzamento della qualità, anche in termini di apporti al mondo della politica, che una classe dirigente deve saper dare". "L'impegno di Federmanager – ha assicurato – è quello di puntualizzare e di legittimare il ruolo di una classe dirigente responsabile, attiva, pronta a dare il suo contributo".
Sulle problematiche relative al sistema trasporti e sulla necessità di comprendere la rilevanza di politiche di sostegno a modalità più sostenibili, Federmanager, con il contributo scientifico del Certet-Università Bocconi, ha dibattuto nell'ambito del workshop che e' stato anche occasione per presentare il libro 'L'Italia in Europa: le politiche dei trasporti per rimanere in rete'.
"Il libro che ho curato con Francesco Barontini – ha sostenuto Oliviero Baccelli, vicedirettore Certet e direttore Memit Università Bocconi – vuole essere un impulso per un salto di qualità necessario in un ambito strategico come quello dei trasporti. I sistemi di collegamento porti, aeroporti, strutture ferroviarie – ha aggiunto – sono cruciali per lo sviluppo del sistema Paese attraverso l'interscambio commerciale da cui si genera una quota importante del nostro Pil".
"La Cina in poco più di dieci anni è passata – ha detto – nella quota dell'export italiano, dal diciottesimo al terzo posto, il cambiamento non è stato solo quantitativo, ma qualitativo, è cambiata la tecnologia. In Italia, l'85% dell'esportazione è data dai manufatti, un ambito in cui i margini di redditività sono relativamente bassi, in quanto i costi del trasporto non sono facilmente riducibili, si capisce dunque l'importanza di un sistema logistico efficiente per le nostre imprese. Altro tema cruciale è la sostenibilità: paesi come la Svizzera, la Germania, la Francia hanno adottato la ecotax per le esternalità ambientali, dobbiamo stare attenti a quello che accade intorno a noi".
Al workshop hanno partecipato: Valeria Battaglia, direttore generale di Federtrasporto, Stefano Baronci, segretario generale di Assaeroporti, Paolo Ferrandino, segretario generale di Assoporti, Maria Margherita Migliaccio, direttore generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione e i progetti internazionali del ministero dei Trasporti, Barbara Morgante, direttore centrale strategie e pianificazione di Fs, Luca Sisto, responsabile Politiche trasporti di Confitarma, Mario Virano, presidente Osservatorio Torino-Lione e della Conferenza governativa Italia Francia.
"Europa credo sia la parola chiave di questo bel saggio che fa riflettere manager e politici: in altri paesi europei – ha concluso Carlo Poledrini, vicepresidente di Federmanager – esiste una stretta connessione tra il Pil e lo sviluppo del sistema delle infrastrutture e dei trasporti, lo stesso non si può dire in Italia. Questo fa capire il livello di arretratezza del nostro sistema. Un elemento importante è il rapporto tra l'occupazione e lo sviluppo dell’industria dei trasporti che, in un sistema moderno, significa più lavoro per tutti e più lavoro qualificato".
"Certo bisogna evitare i paradossi del capitalismo di casa nostra: come si vede dallo studio presentato, nel settore dei trasporti, solo tre aziende su dieci sono italiane. Questo per via del nanismo di cui le nostre imprese continuano ad essere affette e per la scarsa managerialità. Sono fattori su cui Federmanager, come rappresentante di una classe dirigente che deve far sentire il suo ruolo, deve impegnarsi", ha concluso.