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26 marzo 2013Trasporto ferroviario

Si sblocca il cantiere della M4, ma per Expo solo due stazioni

Pubblicato martedì 26 marzo 2013

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È stata una corsa nella corsa per salvare almeno il traguardo minimo: costruire almeno due fermate della linea 4 della metropolitana in tempo per Expo. Un lavoro su più fronti per cercare di dipanare una matassa talmente ingarbugliata da rischiare di compromettere un piano già ridimensionato da una serie interminabile di ostacoli e ritardi. Adesso tutti i tasselli sono stati messi sul tavolo, però, a cominciare dalla disponibilità della Banca europea per gli investimenti (Bei) a finanziare parte di quei 500-600 milioni di euro che dovranno arrivare dai privati. E il Comune è pronto a incastrarli, quei pezzi, per sbloccare il progetto della linea “blu” che stava languendo in una impasse vicina al punto di non ritorno. Con un obiettivo: far partire, dal prossimo mese e una volta per tutte, i lavori. Anche se i costi, nel frattempo, potrebbero salire di circa 100 milioni.

È una storia infinita, quella della M4: 21 fermate da Linate a Lorenteggio promesse fin dai tempi di Gabriele Albertini. L’appalto, dopo dubbi economici e rinvii, è stato aggiudicato a una cordata capitanata da Impregilo nel 2011. Eppure, per quello che sembrava il via libera definitivo si è dovuto attendere marzo del 2012 e la fine di un ricorso al Tar presentato dal secondo consorzio (Pizzarotti) classificato. I primi cantieri spuntati la scorsa estate lungo viale Forlanini, però, hanno rallentato appena dopo il primo sbadiglio. Finite le grane giudiziarie, sono arrivate quelle finanziarie.

Un effetto domino partito dal complesso assetto della Società mista pubblico-privata che dovrà realizzare il metrò. Che ha fatto sollevare dubbi sulla solvibilità del progetto agli istituti di credito che parteciperanno ai costi (il modello è quello del project financing) coprendo tra i 500 e i 600 milioni (786 milioni arrivano dallo Stato per Expo, altri 400 da Palazzo Marino).

In questi mesi, nel Comune di Milano, c’è stato un lavoro quasi quotidiano per cercare di tappare tutte le falle di un disegno che non sembrava reggere più. Alla fine del 2012, le aziende guidate da Impregilo avevano messo in discussione perfino il conto economico, arrivando a chiedere quasi 300 milioni di euro. Ma adesso il Comune è pronto ad accendere la luce verde: ci sarebbero tutte le condizioni per sbloccare i cantieri. Dal punto di vista tecnico, la prossima settimana la giunta dovrebbe approvare il progetto definitivo messo a punto dopo alcune varianti che, in ogni caso, non modificheranno in modo sostanziale  è l’assicurazione  il tracciato. Subito dopo l’ultimo passaggio formale, si tornerà al Cipe per la conferma del finanziamento da parte di Roma.

Il vero snodo è stato quello economico. Si attende la fine dell’iter, ma anche la Bei sarebbe disposta a partecipare al finanziamento (la cifra si aggirerebbe attorno ai 300 milioni) da 500-600 milioni. Il “sì” si va ad aggiungere a quello di Cassa depositi e prestiti e di un pool di banche con capofila Bnp Paribas. Certo, sul Comune continua a pendere l’incertezza del patto di stabilità: il grido di dolore di Palazzo Marino, che invoca una deroga per gli investimenti legati a Expo, rimane. Quanto costerà, alla fine, la linea 4? I conti non sono ancora chiusi: dopo una trattativa serrata con la cordata di imprese che erano arrivate, appunto, a chiedere 300 milioni di extra costi, il Comune sembra aver limitato i danni.

Ci si potrebbe fermare a circa 100 milioni in più rispetto a una base d’asta di circa 1,6 miliardi. La costruzione supererebbe così quota 1,7 miliardi, a cui però si dovranno aggiungere gli oneri finanziari ancora da quantificare. Sarà il prossimo passo. Adesso, l’urgenza in piazza Scala è far tornare a lavorare le ruspe: entro l’inaugurazione di Expo, almeno le fermate di Linate e Forlanini (dove dovrà essere costruita la stazione del passante ferroviario) dovranno essere aperte. Il resto, nel 2018.

La Repubblica