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15 marzo 2009Trasporto aereo
Assalto all'aeroporto? `Servono investimenti`
Brescia parte all'assalto dell'aeroporto D'Annunzio di Montichiari, attualmente controllato dalla società che gestisce il Catullo. E sul tavolo del Consiglio di amministrazione della Catullo Spa, che venerdì deciderà probabilmente un aumento di capitale, arriverà una lettera che dice grosso modo così: «Siamo disposti a comprare la totalità o la larghissima maggioranza della D'Annunzio Spa. Chiediamo che ci sia indicato il prezzo delle azioni. Vogliamo ottenere anche la concessione globale, diretta, e autonoma dello scalo bresciano, presupposto necessario per gestirlo in modo indipendente». Firmato Franco Tamburini, presidente di Abem; Franco Bettoni, presidente della Camera di commercio; Alberto Cavalli, presidente della Provincia e Adriano Paroli, sindaco di Brescia.
BORTOLAZZI. Il presidente dell'aeroporto Catullo, Fabio Bortolazzi, non si scompone, anche se traspare chiaramente l'indisponibilità veronese ad una cessione dell'aeroporto bresciano, pur essendoci una disponibilità ad un ruolo più attivo del territorio. «Tutto ciò», commenta, «lo vedo come un'opportunità, non come un limite». Poi fa propria una battuta dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti: «Non si fa l'alta velocità con un treno che si ferma ogni 40 chilometri, così come non si fa un aeroporto ogni 50 chilometri». E aggiunge: «Fare infrastrutture e sparpagliarle senza una pianificazione logica non è sostenibile, non può funzionare». In altre parole, il cosiddetto sistema aeroportuale del Garda sta in piedi solamente se ogni attore recita la propria parte. Semplificando, Brescia dovrebbe sempre di più specializzarsi nel trasporto delle merci. «Che», afferma Bortolazzi, «non è da serie B, visto che l'aeroporto di Bergamo si mantiene con questa attività».
E invitato a esprimere un'opinione sull'iniziativa della cordata bresciana, il presidente la prende alla larga. «Ben venga la disponibilità a contribuire con risorse importanti e i 30 o 40 milioni di cui si parla», commenta, «sono un ottimo acconto, chissà che i bresciani comincino a credere nel loro aeroporto. Ed è una buona notizia che si siano finalmente compattati dopo una frammentazione durata anni». Bortolazzi assicura che «più volte» è stata offerta loro la governance sul D'Annunzio. «E se ora la assumessero», dice, «sarebbe ottimo, ma sono ben altri gli investimenti necessari». Che significa? «Stiamo mettendo a punto un piano di sviluppo globale per circa 230 milioni di euro, la metà dei quali su Montichiari. Se ne arrivassero altri sarebbe ottimo e sarebbe un vantaggio anche un rafforzamento della compagine sociale e della capacità di investimento».
LA CORDATA BRESCIANA. Ma torniamo all'iniziativa lombarda. Le istituzioni bresciane e i privati hanno costituito una cordata per acquistare l'aeroporto D'Annunzio. E per la prima volta tutto il sistema territoriale fa quadrato. L'annuncio è stato addirittura dato in una conferenza stampa, preceduta in contemporanea da una riunione della giunta camerale, da una conferenza dei capigruppo e da un incontro delle commissioni congiunte Bilancio e Trasporti in Comune e Provincia. «È una novità storica», ha detto Cavalli, «perché su questo tema ci sono sempre state divisioni». Anche Bettoni ha ricordato che nel 1997, l'aeroporto nacque senza il coinvolgimento della Camera di commercio. «E ora», ha aggiunto, «questa nuova sinergia è in grado di dare un segnale importante alle associazioni di categoria e ai 120 mila imprenditori bresciani». Infine, a detta del sindaco Paroli, «oggi il sistema Brescia c'è e batte un colpo».
Ma come risponderà, la Catullo, a questa chiamata? «Se siamo arrivati qui, è perché siamo convinti», afferma il presidente della Provincia di Brescia, «che la nostra richiesta sarà accolta». A Brescia si confida anche sulla situazione finanziaria non rosea della Catullo. Il presidente Bortolazzi ha lanciato un aumento di capitale di 40 milioni per sostenere i piani di sviluppo infrastrutturali. E il D'Annunzio, dal 2002 ha totalizzato un passivo di oltre 30 milioni.
LE RISORSE. Quanto denaro la cordata è disposta a mettere in campo? E con quali modalità? «Siamo pronti a spendere quel che serve», assicura Bettoni. I protagonisti della vicenda non si sbilanciano. La disponibilità economica attuale tra privati e istituzioni è di circa 30 - 40 milioni di euro.
Ma secondo le indiscrezioni la partita varrebbe ben di più tra i 60 e i 100 milioni, a cui se ne aggiungerebbero almeno altri 25 - 30 per l'operazione di rilancio.
I NODI. Non è ancora chiaro come i promotori bresciani intendano sostituire la D'Annunzio nel caso l'operazione andasse in porto. è ancora chiaro. «Abem sarà lo strumento tecnico con cui portare a termine il progetto», precisa il sindaco di Brescia. Secondo Tamburini la sua società «non cambia strategia, è aperta alle istituzioni e ai privati che credono in questo business poiché ha la capacità di attirare su di sè fondi». E cita il Banco di Brescia e alle 13 Bcc «che hanno formalmente dato disponibilità ad unirsi a noi». Il denaro quindi, si manda a dire da Brescia, non manca.
La partita, tuttavia, si gioca su diversi fronti. C'è innanzitutto, il «costo» della concessione governativa, «condicio sine qua non». Inoltre è da capire chi coprirà le perdite che ormai da tempo l'aeroporto bresciano sta generando.
Da Brescia, infine, si manda a dire che Verona potrebbe scegliere di mantenere una parte delle quote nello scalo bresciano. Tuttavia, il sindaco Paroli ha voluto rimarcare che il D'Annunzio «collaborerà con Verona e Bergamo, ma in autonomia». La questione, quindi, è tutt'altro che semplice.
HUB DI POSTE ITALIANE. A sentire il presidente Bortolazzi, non pare proprio che Verona voglia disfarsi dello scalo lombardo. «Dicono che l'aeroporto di Montichiari sia stato lasciato alla deriva? Mi sembra ingeneroso e un'interpretazione falsa della realtà», esclama il numero uno del Catullo. «Sul D'Annunzio», taglia corto, «abbiamo già messo circa 70 milioni di euro, è un aeroporto ben concepito e implementato con investimenti mirati a specializzarlo nel trasporto merci, tanto che è diventato l'Hub nazionale per i servizi postali, scelto da Poste italiane per la sua efficienza e perché gestito da personale di altissima qualità che ogni notte, in un'ora e mezza, gestisce ben 24 voli. Inoltre», conclude, «stiamo lavorando per avere anche altre situazioni stabili, perché, in un momento di recessione come questo, non bisogna certo aspettare che la fortuna ti baci in fronte».
Fonte: www.larena.it