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25 luglio 2013Trasporto stradale
F2i torna un possibile intervento per la Milano-Serravalle
La Milano-Serravalle torna nel radar di F2i. Dopo che l'asta sull'82% dell'autostrada, un pacchetto che comprendeva le quote della Provincia di Milano (52,9%), del Comune (18,6%) e di altri enti locali, è andata deserta per la seconda volta consecutiva si potrebbero infatti creare le condizioni propizie per un intervento del fondo guidato da Vito Gamberale. Condizioni che, secondo gli addetti ai lavori, sarebbero essenzialmente due.
Innanzitutto un prezzo più basso rispetto ai 4,45 euro per azione degli ultimi bandi (per complessivi 660 milioni), alla luce del calo della redditività dell'asset e delle previsioni di traffico poco esaltanti peri prossimi anni.
Su questo punto, la Provincia sembrerebbe più propensa del Comune ad abbassare le proprie pretese viste le ristrettezze di bilancio a cui deve fare fronte e le difficoltà sul rifinanziamento della holding Asam, che ha sforato i covenant con le banche.
L'altra condizione, forse la più cruciale, richiesta da un potenziale acquirente è la maggiore chiarezza riguardo la realizzazione e gli investimenti legati in primis alla controllata Pedemontana e in secondo luogo alla nuova Tangenziale esterna di Milano (Tem). Proprio Pedemontana, di cui Serravalle detiene il 76%, rappresenta la maggiore incognita: un'opera da 5 miliardi che fino ad oggi è stata dotata di equity per soli 300 milioni mentre le banche finanziatrici ne pretenderebbero tre volte tanto.
Logico che, a fronte di una situazione simile, chi acquista Serravalle voglia avere perfetta visibilità sul destino di Pedemontana: senza di essa è infatti impossibile definire il ritorno sull'eventuale investimento. Sulla partecipata Tem il quadro appare meno problematico: il fabbisogno di capitale è inferiore; Impregilo, Gavio e Intesa Sanpaolo hanno partecipato all'ultima ricapitalizzazione della società operativa; Cdp e Bei stanno trattando un maxi finanziamento da circa 1 miliardo di euro.
C'è anche un altro elemento che potrebbe contribuire a sbloccare la partita. La Provincia, come venerdì ha ammesso il presidente Guido Podestà parlando all'agenzia Radiocor, potrebbe optare per vendere da sola il proprio 52,9% di Serravalle, tagliando di fatto fuori Palazzo Marino, ma abbassando anche di molto il prezzo necessario per rilevare il controllo dell'autostrada.
«È una delle ipotesi, anche se non è quello che desidero», ha detto Podestà. Nei prossimi giorni incontrerà il sindaco Giuliano Pisapia e la questione verrà definita. Il desiderio è evidentemente quello di non rompere il fronte, ma se il Comune non gradisse un nuovo bando con possibilità di ribasso, allora ognuno potrebbe andare per la sua strada, visto che lo stesso Podestà ha ribadito di volere definire la nuova procedura di vendita entro luglio.
Si tratta di una partita chiaramente politica, in cui la posizione di F2i non può che essere attendista: a determinate condizioni l'asset interessa, se poi la Provincia decidesse di mettere sul mercato solo la propria quota in teoria lo scenario diventerebbe ancora più vantaggioso per il fondo. Come avvenuto, seppure in un contesto diverso, a dicembre scorso quando sempre dalla Provincia rilevò il 14,5% di Sea.
Diversamente dai rumor circolati in corrispondenza del primo bando, che lo volevano interessato all'asset in tandem con Gavio, il fondo sarebbe comunque intenzionato a muoversi da solo nella partita. Del resto, proprio in una lettera inviata agli investitori a commento del 2012, erano stati i vertici di F2i a dichiarare di avere allo studio lo sviluppo di una filiera autostradale.
Aggiudicarsi Pedemontana potrebbe essere un buon punto di partenza in attesa di capire cosa succederà sulla Serenissima (l'autostrada Brescia-Padova), che entro l'anno dovrà trovare una soluzione per strappare il rinnovo alla concessione, e sul 20% di Autostrada dei Fiori, messo in vendita da Banca Carige e al quale F2i sarebbe interessata.