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31 luglio 2013Trasporto ferroviario

Pronti a partire col Terzo Valico

C'è l'ok della commissione VIA (valutazione impatto ambientale) del Ministero dell'ambiente alla predisposizione di buona parte dei cantieri tra Liguria e Piemonte nonché all'avvio dello scavo nella galleria già esistente a Voltaggio; il Cipe ha assegnato 802 milioni del secondo lotto in aggiunta ai 500 del primo (su 6,2 miliardi complessivi); la pubblica utilità è stata rinnovata dal Cipe per altri 2 anni.

Insomma il via ai lavori del Terzo valico, la linea ad «alta velocità-alta capacità» tra Genova, Tortona e Milano, non è mai stato così vicino. Secondo il ministero manca solo l'ok del Cipe al parere della commissione VIA, ma il Cociv di poter aprire i cantieri già da oggi, almeno in Liguria.

Se sul lato genovese i comitati No Terzo valico (come è avvenuto anche in Piemonte dal 2012) continuano a bloccare gli espropri, sul versante piemontese i sindaci si dicono contrari all'inizio dei lavori in questo momento. Giovedì a Roma chiederanno conto al ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi dell'assenza di risposte alla richiesta di moratoria ai lavori presentata ad aprile da 12 Comuni (Arquata Scrivia, Serravalle Scrivia, Novi Ligure, Gavi, Fraconalto, Voltaggio, Carrosio, Vignole Borbera, Tortona, Alessandria, Pontecurone, Castelnuovo Scrivia) e dalla Provincia.

Si chiedevano chiarimenti, tra l'altro, sull'utilità dell'opera nonché sui rischi rappresentati dall'amianto e dalla possibile perdita delle fonti. Dice il sindaco di Voltaggio Lorenzo Repetto: «Prima devono essere conclusi gli studi sull'amianto e sul rischio per le fonti, studi avviati dai tavoli regionali, completati a settembre».

E' emerso che l'amianto sotto l'Appennino c'è: servono quindi dei protocolli tra Arpa e Cociv per indicare come lavorare in caso di ritrovamento del pericoloso minerale, protocolli che richiederanno ulteriori fondi. Con lo scavo del tunnel, inoltre, è lo stesso Cociv a parlare nel progetto di rischio di prosciugamento delle sorgenti del torrente Lemme e delle fonti degli acquedotti di Borlasca e Rigoroso, da cui si alimentano circa 8 mila persone tra Arquata e altri paesi.

«Lo studio regionale – dice Alberto Mallarino, rappresentante dei Comuni in Regione sul Terzo valico – rileva che a Rigoroso le rocce sono compatte e prive di fenomeni carsici che potrebbe far sparire le fonti. Per precauzione è necessario capire cosa fare se, durante lo scavo, succederà il peggio. Cociv vuole predisporre un servizio di autobotti in attesa di costruire un acquedotto alternativo: una proposta inaccettabile.

Lo studio valuta invece di utilizzare provvisoriamente l'acqua che fuoriesce dalla galleria della linea ferroviaria Genova-Torino». Il Comune di Arquata sottolinea come l'acqua in ogni caso dovrà essere della stessa qualità dell'attuale, mentre i comitati No Terzo Valico evidenziano: «Dalla galleria della linea esistente l'acqua esce in maniera copiosa da sempre: difficile pensare che con il Terzo Valico succeda diversamente.

Oltretutto l'idrogeologo del Cociv è lo stesso che ha operato per il Tav tra Bologna e Firenze: là sono spariti innumerevoli corsi d'acqua e sorgenti di acquedotti».

La Stampa Piemonte