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26 agosto 2013Trasporto stradale

Una terrazza sull'Expo

Viaggio esclusivo di leStrade nei cantieri del viadotto Expo, centro di una serie di infrastrutture che faranno da “porta” alla kermesse milanese del 2015 cambiando lo skyline del capoluogo lombardo

di Fabrizio Apostolo

Il Decumano dell’Expo è lì davanti a noi, ospiti di un palco che più d’eccezione non si potrebbe. Milano, luglio 2013, ci troviamo sulla soletta del viadotto Expo, la porta d’accesso al sito dell’area espositiva che metterà Milano e l’Italia, nel 2015, al centro della scena planetaria. L’opera, ovvero l’infrastruttura più suggestiva - strutturalmente e architettonicamente - di una serie più unica che rara, è un viadotto a struttura mista calcestruzzo-acciaio costituito da una travata continua a cinque campate (53 m di luce) disposte su sei pile complessive dallo sviluppo totale di 265 m. A fargli da “ali”, i cosiddetti archi estetici, di cui uno, quello sul lato Expo, è in avanzata fase di realizzazione.

Il viadotto Expo, denominazione che ritroviamo anche nella ragione sociale dell’impresa che lo sta costruendo sotto i nostri occhi (Pontexpo), è ormai pronto all’85%. A farci da guida, i tecnici di Pontexpo, braccio operativo del consorzio Eureca (CMB, Unieco, CLF), vincitore dell’appalto concorso in raggruppamento con Consorzio Cooperative Costruzioni-CCC, Gruppo Vitali e CIC. Nonché i progettisti di Pro Iter, capogruppo del pool di progettazione (con Erre.Vi.A, Politecnica e studio Antonio Citterio-Patricia Vial and partners).

Complessivamente è stato effettuato circa il 30% delle lavorazioni, percentuale data dalla media tra attività in avanzato stato di esecuzione, come il viadotto Expo, e altre che sono agli inizi, per esempio i viadotti su A4 e A8, o RFI. La galleria Cascina Merlata, invece, ha raggiunto una quota lavori di circa il 40%. Le infrastrutture, insomma, sembrano in un certo senso fare da “traino” a un’opera epocale come l’Expo di Milano.
Città nella città, arteria tra le arterie. Così come lo skyline milanese vede crescere dentro di sé una nuova realtà urbanistica, allo stesso modo alcuni suoi assi (e nodi) infrastrutturali storicamente di grande rilievo stanno per “incrociarsi” con un nuovo percorso, tecnicamente innovativo. Dalla “terrazza dell’Expo”, ovvero dalla soletta del viadotto che dall’Expo prende il nome, tutto appare chiarissimo: a sinistra c’è Molino Dorino con la M1, quindi un tratto di SS11 da riqualificare e l’opera d’arte principale in corso, la galleria Cascina Merlata, poco più di un chilometro di lunghezza, con relativo approccio in trincea.

Ecco poi, in successione, il primo abbozzo dei rilevati di approccio (circa 800 m) alla spalla del viadotto RFI, che consentirà di attraversare la linea ferroviaria Torino-Milano. Proprio il viadotto sulla ferrovia inaugura la serie dei ponti, che prosegue con il ponte ad arco sull’autostrada A4 Torino-Milano (i plinti sono attualmente in realizzazione), il viadotto Expo con i due archi estetici e l’innesto, con ponte ad arco, sull’autostrada A8 Milano-Laghi, dove si prevede lo “sfiocco” della doppia carreggiata in due rampe unidirezionali, una con destinazione Expo dall’autostrada e l’altra che consentirà l’uscita sulla medesima, previo ulteriore scavalco (attualmente si lavora agli scavi).