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2 settembre 2013Trasporto stradale
Podesta': piu' fondi alla Pedemontana lombarda
Strada ancora in salita per Pedemontana. Per il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, c'è bisogno di aumentare il finanziamento pubblico di 560 milioni per il triennio 2014-2016. Ad oggi il piano finanziario prevede un contributo statale di 1,2 miliardi, ma secondo Palazzo Isimbardi, indirettamente azionista di controllo, non è sufficiente, considerando che negli ultimi anni i costi delle opere e le richieste delle banche sono cresciuti.
La società Pedemontana è controllata (col 68%) dalla Serravalle, a sua volta controllata dalla Provincia di Milano tramite la holding Asam. Dovrà costruire un'autostrada di 70 km, del valore di 5 miliardi, da Cassano Magnago (vicino a Malpensa) a Osio Sotto (vicino Bergamo), per la quale però non ci sono certezze finanziarie, nonostante se ne parli da decenni e negli ultimi anni sia stata inserita anche nell'elenco delle opere connesse ad Expo.
Finora sono stati versati circa 300 milioni di equity, 200 di prestito ponte e 200 di finanziamento pubblico. L'equity per permettere l'avvio del project financing è da rinegoziare: le banche, che inizialmente chiedevano 500 milioni, hanno chiesto raddoppio della cifra, mentre la società punta a limarla verso il basso. Possibile che l'accordo sarà una via di mezzo. A oggi, però, le casse non sono sufficienti a garantire il completamento dei lavori.
La società tuttavia assicura che per l'Expo il primo tratto sarà pronto. Secondo la Provincia è possibile pensare anche al completamento del primo lotto del secondo tratto se lo Stato garantirà una maggiore erogazione di denaro: 560 milioni dal 2014 al 2016. «Sono state finanziate altre opere, come la Pedemontana veneta, non vorremmo che il governo si dimenticasse della Lombardia - dice Podestà - Ho provato a ricordarlo al premier Letta e al ministro delle Infrastrutture Lupi».
In Pedemontana è previsto un ulteriore aumento di capitale da 100 milioni, ma per Palazzo Isimbardi e per i vertici di Serravalle e Pedemontana «non sono sufficienti».
Intanto si torna a parlare della privatizzazione di Serravalle, dopo due bandi andati deserti per la vendita dell'82%, in mano alla Provincia e in quota minore (il 18,6%) al Comune di Milano. Il primo d'agosto Podestà ha scritto al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, senza ricevere risposta. «Caro Giuliano, torno a chiederti di volermi aggiornare sulle intenzioni del Comune di Milano in merito alla propria quota azionaria di Serravalle... la Provincia ha necessità di procedere in tempi brevi ad alienare l'asset». Palazzo Isimbardi ha infatti bisogno di trovare 20 milioni per rispettare il patto di stabilità, mentre la holding Asam deve saldare i suoi debiti.
Due le cose che ad oggi si danno per scontate, secondo indiscrezioni: la Provincia cercherà di vendere il suo 52,9% da sola, senza appesantire il terzo bando con la quota comunale; la gara prevederà un'offerta a ribasso.