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11 settembre 2013Trasporto aereo
Aeroporti, ora Sacbo si allea con Sea e F2i
Vertice a Bergamo tra i vertici delle tre società come prima risposta alla partita iniziata con l'offerta di Venezia per Verona. Primo effetto: quando Orio chiuderà per lavori l'attività si trasferirà a Malpensa.
Evocata ed auspicata da più parti, ecco la prima concreta manifestazione di una possibile collaborazione tra Sacbo e Sea Milano (la seconda è azionista della prima con il 30 per cento). Un vertice a sorpresa tra i presidenti delle due società, Miro Radici da un lato e Pietro Modiano dall'altro, allargata per l'occasione ad un altro soggetto rilevante, il neo presidente del fondo F2i, il bergamasco Giuliano Asperti. Non un invitato qualsiasi, visto che il Fondo controlla il 44 per cento di Sea ed è azionista anche dell'aeroporto di Torino.
Il vertice è la risposta alla partita che è iniziata sull'asse di Nord est con l'offerta di Save (scali di Venezia e Treviso) di acquisire una quota di minoranza della Catullo (Verona e Montichiari). Il comunicato che rende noto l'esito dell'incontro è sibillino: «Aeroporti: nuove sinergie tra Sea, Sacbo e F2i». La prima frase è abbastanza generica e indeterminata («sono state esaminate le sinergie operative tra le due società aeroportuali anche, ma non solo, in vista dei lavori sulla pista di Orio in spirito di collaborazione e di condivisione degli interessi comuni»). Ma nasconde una novità clamorosa. E cioè che quando, l'anno prossimo, l'aeroporto bergamasco sospenderà l'attività per due settimane per consentire il rifacimento della pista tutto si trasferirà non a Montichiari (come si era immaginato fino ad oggi, pur se non vi era mai stata una indicazione ufficiale) ma a Malpensa.
Al di là del fatto che è più logico che Sacbo si appoggi su uno scalo controllato da un suo socio (Sea), è abbastanza evidente che questa prima mossa si inserisce a pieno titolo nella partita che si sta giocando su Verona. È come se i vertici dello scalo orobico dicessero agli azionisti della Catullo: voi preferite trattare con Venezia? E noi evitiamo di venire in soccorso di Montichiari, anche solo momentaneamente.
Non a caso, il comunicato diffuso al termine del vertice aggiunge: «Inoltre si sono esaminate le possibili evoluzioni delle sinergie tra Sacbo, Sea e F2i e sono state valutate con attenzione le situazioni degli aeroporti Catullo e Montichiari ed i possibili scenari industriali, in attesa che si chiariscano i connessi e non trascurabili aspetti formali e procedurali».
Volendo decrittare la frase, si può ricavare l'interesse dei tre soggetti per quanto sta avvenendo in queste settimane tra Venezia e Verona con particolare riguardo allo scalo bresciano. Un interesse che finora era stato manifestato in modo esplicito, per evidenti ragioni, solo da Sacbo, ma che da ieri è condiviso anche dalle altre due società. E quando si parla di un chiarimento su aspetti formali e procedurali si fa riferimento al modo in cui la Catullo ha deciso di trattare con la Save. La scelta di procedere attraverso una trattativa privata e non con una gara pubblica ha sollevato più di una obiezione. Tant'è che anche l'Enac ha deciso di convocare i vertici della società veronese venerdì a Roma per un'audizione. Sullo sfondo c'è anche la minaccia, avanzata da Corporacion America (società argentina che ha presentato una manifestazione d'interesse per la Catullo), di adire le vie legali.
Il comunicato congiunto, in questo senso e con quell'accenno, è un segnale sia all'Enac che agli altri soggetti impegnati nella partita. Anche Sea, Sacbo e F2i, evidentemente, sono pronti a valutare ogni azione qualora rilevassero un mancato rispetto delle forme previste dalla legge.
Ma forse ciò che è più importante è quel che non sta scritto, nemmeno in maniera larvata, nella nota ufficiale. Secondo indiscrezioni, l'obbiettivo a cui mirano le tre società non è un rilancio nell'ambito dell'operazione che in questo momento vede come «player» principale Venezia. Orio al Serio mira, non ne ha mai fatto mistero, ad avere la gestione di Montichiari (d'intesa anche con enti e istituzioni bresciane). Non ha alcun interesse, invece, ad entrare nella Catullo.
Con questi primi segnali è come se Sacbo (con il sostegno di soggetti del calibro di Sea e F2i) mostrasse i muscoli per far capire che la possibilità di partecipare alla guerra, eventualmente, c'è, ma che si può sempre trovare a metà strada un'intesa che può essere di reciproca soddisfazione. Sulla gestione di Montichiari, per l'appunto, forse troppo onerosa per la stessa Save, visto che già gestire il piano di investimenti previsto per Verona sarà tutt'altro che una passeggiata.
La mossa è stata fatta, ora si attendono le reazioni. Oggi a Milano si riunisce il consiglio di amministrazione di Sea. Sarà un'altra occasione per verificare se la ritrovata alleanza con Bergamo è destinata a trovare nuovi punti d'appoggio.
Fonte: Corriere della Sera - Bergamo