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15 ottobre 2013Logistica e intermodalità
Hub logistico, ma quanto mi costi
Uno studio sulle spese da sostenere per la gestione dei centri di smistamento delle merci
Roma, 14 ottobre 2013 – Si è affermato, più volte, che i dati sulla logistica rispecchiano la vitalità di un’intera economia. E ciò può essere vero anche quando si tratta di dati molto peculiari, che rappresentano, a loro volta, una sfaccettatura del grande mondo della logistica.
Prendiamo il recente rapporto della DTZ Research sui costi dell’immobiliare logistico. La multinazionale della consulenza immobiliare ha effettuato uno studio, a livello mondiale, sugli hub logistici (magazzini, depositi, centri smistamento), prendendone a riferimento i costi totali; che corrispondono, in pratica, all’affitto più alto che potrebbe essere raggiunto per un tipico edificio/unità della massima qualità e nella migliore posizione, sommato alle spese in uscita, ovvero tasse e spese per servizi ambientali, di manutenzione e di sicurezza. Il filone di informazioni che ne scaturisce appare di grande interesse. Certo, in termini assoluti sarebbe improprio fare confronti. I 47 dollari per mq annui della cinese Wuhan non sono direttamente paragonabili ai 313 dollari di Londra (Heathrow). Inoltre, ogni area risente in misura decisiva del contesto geografico. Per esempio, non devono stupire i costi relativamente bassi di Berlino: dipendono dalla grande disponibilità di terreni, e dalla vicinanza con la frontiera polacca che fa sentire il suo effetto concorrenziale (a proposito: è di pochissimi giorni fa la notizia dello “sbarco” del colosso dell’e-commerce Amazon nell’Est Europa, con tre grandi stabilimenti progettati nei dintorni di Wroclaw e Poznan. Guarda caso, proprio nella Polonia occidentale).
Tuttavia, se il dato assoluto può non essere significativo, lo sono, e molto, i confronti con gli anni precedenti: per gli andamenti che delineano così come per le prospettive che lasciano intravedere. Innanzitutto, a livello di costi delle singole città, si ha la conferma di una ciclicità che dice molto al “logistico puro”, esperto di flussi-merci. La saturazione degli spazi disponibili, per la legge della domanda e dell’offerta, porta i costi a un picco massimo; a quel punto, però, sono gli stessi flussi a reindirizzarsi e trovare riallocazioni più convenienti: cosa che libererà immobili nell’area originaria, rendendola più conveniente rispetto agli anni immediatamente precedenti. E’ ciò che sta per avvenire a Hong Kong. Nonché, su scala inferiore, a Milano.
Se, poi, si passa a un focus a livello di macroaree, si ha, come si diceva, un chiarissimo indicatore sull’economia dell’Europa, che arranca rispetto alla dinamica Asia. In quest’ultima, la crescita annuale dei costi dell’immobiliare logistico è stata del 6%. Nel Vecchio Continente, pur ricalcolata secondo le valute locali, è stata (appena) dello 0,5%.