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15 aprile 2014Trasporto aereo
Terremoto-Etihad, Maroni: Salviamo Malpensa
Linate per i collegamenti internazionali, Malpensa per le merci? La soluzione dell'accordo Alitalia-Etihad apre una fase di scontro. Il presidente di Regione Lombardia: "Se danneggiata, la Regione non entra in Sea"
Linate proiettata sui collegamenti internazionali (ma solo indirettamente), Malpensa più orientata al settore cargo? Uno scenario del genere - per sommi capi, quello che emerge dall'accordo Alitalia-Etihad benedetto dal governo centrale - pare non piacere a nessuno, men che meno al presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni: «Potenziare i voli sul Forlanini significherebbe affossare Malpensa» ha ripetuto negli ultimi giorni il presidente della Lombardia, che già due settimane fa aveva rilanciato l'allarme. «Attendiamo di sapere che decisione prenderà il governo, mi auguro che sia una decisione che non penalizzi il sistema aeroportuale lombardo ma temo che sarà così. Temo che per favorire Etihad per prendersi Alitalia sarà sacrificata Malpensa e questo a noi non va bene» ha aggiunto ieri Maroni, a Varese per l'assemblea Confagricoltura.
Una frecciata dritta dritta a Roma, al governo, al ministero delle Infrastrutture guidato da Maurizio Lupi, uno che in Lombardia - negli anni delle giunte Formigoni - si è occupato anche di aeroporti e strade e autostrade tutt'intorno (dalla oggi semideserta Malpensa-Boffalora alla costruenda Pedemontana, per citar due casi). Ma non solo a Roma vanno gli strali di Maroni: da Varese si parla anche a Milano, guardando alla questione Sea. Maroni aveva aperto all'ipotesi di una partecipazione della Regione alla società di gestione degli aeroporti (la cui maggioranza, 54,8%, appartiene ancora al Comune di Milano), ora manda un segnale a Palazzo Marino: «Se, come temo, venisse danneggiata Malpensa, la Regione Lombardia non avrebbe nessun interesse ad entrare in Sea».
Sull'accordo Etihad-Alitalia, sugli scenari poco chiari che riguardano Malpensa, piovono in ogni caso strali da più parti. «Decisioni scellerate» dice il presidente della Camera di Commercio di Varese Renato Scapolan. Decisioni «che non tengono in conto dei concreti fattori economici e scavalcano bellamente ancora una volta il decreto Burlando», vanificando anche - a fronte di 500 milioni per Alitalia (maledetti e subito, verrebbe da dire) - investimenti per miliardi di euro fatti in passato e vanificando forse anche i progetti per il futuro. Roger Zanesco, dell'associazione Aeroporti Lombardi, critica anche dal punto doi vista tecnico l'idea di puntare tutto sul cargo: «L'idea di rilanciare Malpensa coi voli cargo - scrive nell'analisi dell'accordo visto con gli occhi degli appassionati di aviazione civile - ha poca credibilità anche perchè molte destinazioni di fascia media stanno in piedi se sopra al volo cargo viaggiano i passeggeri”». Ma la bocciatura arriva senza appello anche da chi - su Malpensa - è sempre stato molto critico, come Dario Balotta: «Un autogol del governo», dice il responsabile trasporti di Legambiente e dell'Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni. «Gli emiri infatti che a differenza della vecchia guardia di Alitalia sanno bene fare i conti rinunceranno all'operatività passeggeri su Malpensa vanificando con un tratto di penna oltre due miliardi di irrazionali investimenti sullo scalo e un miliardo per collegamenti stradali e ferroviari. Destinare quello scalo alle soli merci vorrebbe dire, considerati i minori costi di gestione degli altri scali del Nord Italia, decretarne la fine». Sullo sfondo c'è anche l'altra notizia di questi giorni: la bocciatura - da parte del Tar del Lazio - del collegamento Emirates Malpensa-New York. Non un semplice volo, ma un tassello che (come ipotizzato in passato per Singapore Airlines) poteva aprire la strada ad una più forte presenza di una compagnia internazionale in brughiera.