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14 dicembre 2013Trasporto marittimo e fluviale

Conca di Valdaro Prima navigazione a settembre 2015

Il conto alla rovescia comincerà il 19 febbraio 2014: quel giorno verranno aperte le buste delle offerte presentate per i lavori di scavo e bonifica del suolo inquinato risultanti dalla realizzazione delle ultime opere necessarie per completare la conca di Valdaro, vale a dire i mandracchi (i bacini d’ingresso) ai due estremi del manufatto. Da quel momento, chi si aggiudicherà i lavori avrà 487 giorni di tempo per consegnare l’opera. Sedici mesi, giorno più, giorno meno. Questo significa che, in assenza di intoppi, nel settembre 2015 la prima imbarcazione potrebbe transitare direttamente dai laghi di Mantova al canale navigabile, che sta due metri più sotto, e viceversa. Sarà una rivoluzione copernicana per la navigazione attorno a Mantova, ed eviterà che i carichi diretti alla zona industriale debbano risalire le curve del Mincio passando dalla vetusta conca di Governolo, datata 1925. Non solo: ne riceverà una doppia spinta il traffico turistico, al quale, a questo punto, il Mincio sarebbe riservato, consentendo, per di più, alle lunghe navi da crociera che già percorrono il Po, di puntare verso Mantova, attraccando con vista Castello di San Giorgio. Della Conca di Valdaro si parla da quasi 30 anni, ha ricordato ieri in conferenza stampa l’assessore provinciale all’Ambiente, Alberto Grandi (affiancato da Luigi Mille e Marcello Moretti per l’Aipo e da Anna Cerini e Gabriele Negrini per l’autorità portuale della Provincia). Per questi ultimi lavori i tempi si sono allungati per un motivo ben preciso: bisogna scavare. E là sotto, il terreno è avvelenato da decenni di scarichi industriali. In particolare, c’è tanto mercurio, residuo della lavorazione del cloro-soda. Ci sono idrocarburi. E, a sorpresa, c’è anche plastica, 6 metri sotto terra. Nessuno sa da dove arrivi. Sarà un bando innovativo, con la Provincia che propone un progetto e invita le imprese interessate a migliorarlo. Previsione di spesa: 8,5 milioni. Il risanamento della terra avverrà in loco e nulla finirà in discarica; anzi, il materiale potrà essere utilizzato nella costruzione di strade.