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11 aprile 2014Trasporto marittimo e fluviale
La Regione si riprende il porto
La Regione si vuole riprendere il porto di Valdaro. Venerdì scorso, la giunta del Pirellone ha infatti approvato un progetto di legge recante “Disposizioni per la razionalizzazione di interventi regionali negli ambiti istituzionale, economico, sanitario e territoriale” composto di trenta articoli. Proprio il numero 30 prevede «l’attribuzione alla Regione delle funzioni e attività della soppressa Azienda regionale per i porti fluviali di Cremona e Mantova, già conferite alle province di Cremona e di Mantova».
Cosa significa? Vuol dire che, fermo restando che la concessione alla Provincia di Mantova del porto di Valdaro andrà avanti, come previsto, fino al prossimo 31 dicembre, nel momento in cui il progetto di legge diventasse legge a tutti gli effetti, la Regione potrebbe assegnare la gestione al soggetto ritenuto più idoneo.
Il testo prevede che la Regione potrà esercitare le funzioni e le attività dell’ex Azienda porti «anche avvalendosi, mediante convenzione, delle province di Cremona e di Mantova, nonché di altri soggetti pubblici o privati».
Proprio in queste ultime parole sta il nocciolo della questione, il motivo che ha portato a modificare la legge regionale 30/2006, in forza della quale la Provincia gestiva il porto. Come si ricorderà, per risolvere la crisi della Valdaro spa, fortemente indebitata e dall’operatività praticamente bloccata, nell’estate del 2013 era stato chiesto l’aiuto della Regione. L’assessore Gianni Fava, delegato dal governatore Maroni, aveva incontrato i soci della Valdaro (Comuni di Mantova, San Giorgio, Bigarello e Roncoferraro, Provincia, Camera di commercio) proponendo, per sostenere la ricapitalizzazione, il conferimento del Porto alla spa.
L’accordo sembrava raggiunto, ma subito dopo l’incontro, palazzo di Bagno negò il proprio sostegno. Un “no” interpretato dalla Regione come la volontà di continuare a gestire Valdaro, partendo anche dal fatto che per affidare la gestione a soggetti diversi dalla Provincia, si sarebbe dovuta modificare la legge. L’assessore leghista, dopo appena due giorni, constatata la situazione, abbandonò il suo tentativo di mediazione. Ma, evidentemente, senza ritenere conclusa la vicenda.
«Si doveva cambiare la legge? Eccoli accontentati - sottolinea Fava -. Il testo prevede che la Regione possa scegliere il soggetto al quale affidare la gestione». Potrebbe essere la Valdaro spa? «Potrebbe - chiarisce l’assessore all’Agricoltura - ma ci si potrebbe anche rivolgere ad altre realtà portuali, ad esempio, quelle di Venezia, di Ravenna o della Spezia. Il significato principale di questa iniziativa è che la Regione intende avere le mani libere in materia, liberandosi da un vincolo che aveva mantenuto la gestione del porto nelle mani di un piccolo gruppo di potere».
Un accenno, quello a Venezia, che forse non è casuale. Rispondendo a una domanda della Gazzetta i occasione della sua recente visita in redazione, il governatore Roberto Maroni ha confermato un suo incontro con l'autorità portuale di Venezia per parlare del Porto di Valdaro. «Sì, l'ho incontrata; non ho segreti - aveva risposto il presidente -: c'è un interesse vero, da parte nostra, sull'utilizzo del fiume Po e delle altre vie d'acqua per il trasporto delle merci. C'è la possibilità per Mantova di essere un porto importante in prospettiva europea. Ci sono, però, criticità che abbiamo affrontato e che devono essere discusse e approfondite; per questo ho incaricato l'assessore Fava di seguire da vicino la questione». Una delle criticità era considerata la gestione. E la giunta regionale ci ha messo mano.