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3 giugno 2014Trasporto aereo

Orio, il cantiere spacca il minuto Ma il costo della super pista sale

Riapre l’aeroporto con lavori chiusi in 20 giorni: piano extra per annullare i ritardi dopo il ritrovamento imprevisto di ordigni sul sedime
di Anna Gandolfi
 
Cadute e inesplose. Ma le bombe di Orio al Serio, ancorché sganciate dagli americani nel 1944, hanno visto la loro vera onda d’urto sprigionarsi ora. Anno 2014, in aeroporto si rifà la pista ex novo: un cantiere che ieri, nel giorno del traguardo tagliato, è definito «eccezionale». Eccezionale perché in soli 20 giorni di stop dei voli è stato portato a termine un intervento che altrove ha richiesto mesi, o comunque imposto la riduzione delle attività aeroportuali. A Orio, no: chiusura lampo, traffico in toto riorganizzato tra Malpensa e Montichiari. Nel frattempo in campo scendevano operai e specialisti che hanno riconsegnato l’infrastruttura spaccando il minuto. Alle 6.45 di ieri il volo AirDolomiti per Monaco rullava per primo. «È eccezionale, anche perché è una grande opera consegnata senza un minuto di ritardo», spiega Andrea Mentasti, direttore generale di Sacbo, la società che gestisce lo scalo.E qui, si ritorna alle bombe. Perché proprio il ritrovamento - tra dicembre e febbraio - di ordigni inesplosi sul sedime aeroportuale, nonostante una bonifica fosse già stata commissionata a una ditta specializzata, ha creato un terremoto, non fisico ma virtuale. Le bombe sono state fatte brillare senza provocare rischi. Ritardi, però, sì. Perché gli studi sul suolo sono stati rifatti, in corso d’opera è stata chiamata una nuova società, ultra-specializzata, a integrare gli esami precedenti. Così se ne sono andati quindici giorni: molti, per una tabella di marcia serratissima, con voli già riprogrammati dal 2 giugno. «In effetti, nella prima fase, c’è stata tensione a un livello abbastanza alto», ha ammesso anche Mentasti. L’ostacolo, però, è stato aggirato. Il piano d’emergenza ha funzionato. La bonifica rientrava nelle fasi preliminari del cantiere, che dall’8 marzo è arrivato (ma parzialmente e senza chiusure) sulla pista. «Alla fine della prima fase, abbiamo rilevato un ritardo per i nuovi test da effettuare. Lì, si è deciso di modificare il piano d’azione», ricorda il direttore del lavori, Vanni Berni.
Pronti, via: le ditte hanno sostituito i macchinari, scegliendo (e a volte affittando) i più potenti su piazza. «Dovevamo essere in grado di produrre di più - chiosa Massimo Vitali, patron della spa di Cisano -, lavorare più velocemente». Non solo. Il cantiere si è «spacchettato» in cloni. «Anziché procedere via via con uno progressivo, sulla parte centrale della pista ne sono stati creati sei identici - aggiunge il project manager della cordata di imprese, Marzio Ceroni -. Tutti facevano tutto, allo stesso tempo». Con 350 operai all’opera h24, anche a Pasqua, l’impasse è stato superato. E l’obiettivo centrato. «Promessa rispettata - ribadisce Emilio Bellingardi, direttore operativo generale Sacbo -, l’opera è senza precedenti». Una trentina i voli programmati ieri, oggi la vera prova con il ritorno di Ryanair. In pista restano alcune squadre a completare il piazzale nord, ma tra qualche giorno il dibattito si sposterà a tavolino. Il costo preventivato dell’intervento era 40 milioni, al netto del «piano extra» contro i ritardi. L’ipotesi che il prezzo lieviti è concreta, anche se nessuno, da Sacbo o dalle imprese, affronta per ora il nodo. «Ne discuteremo». I temi sono diversi, compreso l’esame di eventuali errori nell’iter delle prime bonifiche.