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10 maggio 2014Trasporto aereo

Montichiari, le mire di Ryanair Sonda l'Enac per avere gli slot

Il conto alla rovescia è partito, l’aeroporto di Orio sta per mettersi in ferie. Da martedì al 2 giugno lo scalo sarà chiuso forzatamente per il rifacimento della pista e le compagnie aeree avviano i traslochi. Molte hanno scelto Malpensa dove, d’intesa fra Sacbo, società di gestione di Orio, e la milanese Sea (che di Sacbo è azionista), porteranno 90 voli al giorno, tanto da aumentare il traffico passeggeri dell’hub del 50%. Ma non c’è solo Malpensa. Grazie allo stop del «Caravaggio» l’aeroporto bresciano di Montichiari - legato ai veronesi della Catullo, con i quali Sacbo ha avviato una battaglia legale per la gestione - per tre settimane vedrà decollare il suo, di solito magro, traffico: Dhl sposterà lì il 60% dei suoi movimenti e, a sorpresa dato che a lungo era stato escluso, scelgono lo scalo a est anche 60 charter. «Scelte che testimoniano come lo scalo sia attraente per logistica e posizione geografica», gongolano dalla Catullo.
Il direttore generale Carmine Bassetti spiega che la speranza è la finestra operativa, limitata nel tempo, possa funzionare da premessa a rapporti più duraturi, soprattutto con i grandi player come Dhl, «non perché puntiamo a sottrarre voli a Orio - precisa - ma perché lo stesso operatore sembra deciso a incrementare le proprie attività nel Nordest». E se è vero che Dhl ha un contratto con Sacbo fino al 2016, Bassetti usa una similitudine: «Montichiari è come il calciatore che sta a lungo in panchina ma ha una grande opportunità perché chiamato a sostituire il titolare. Molti noteranno le sue potenzialità. Non è un caso che un paio di compagnie di linea abbiano manifestato interesse per cominciare a operare». Bassetti non spiega quali siano i vettori, ma indiscrezioni nel settore portano dritto a Livingstone e, soprattutto, a Ryanair. Proprio la compagnia che per Orio rappresenta l’80% di traffico. Gli irlandesi avrebbero inoltrato richiesta all’Enac per l’acquisizione di alcuni slot (i diritti a operare su uno scalo in determinati orari) su Brescia. Se la cosa andasse in porto, a ottobre Ryanair potrebbe avviare voli verso il Sud Italia, Charleroi o l’Inghilterra. Tutto da confermare, visto che peraltro il vettore si troverebbe a operare su una pista gestita da una società con la quale ha in corso un contenzioso da 10 milioni di euro.
A Londra c’è un arbitrato internazionale che da un lato vede la compagnia chiedere il risarcimento per contratti stracciati due anni fa a Verona (Catullo gestisce anche l’aeroporto di Villafranca); dall’altro la società rivuole gli incentivi erogati. Ora l’arbitrato risulta congelato nel tentativo di trovare un’intesa che, magari, potrebbe includere proprio il ritorno operativo di Ryanair a Brescia (dove aveva alcuni voli fino al 2010). Considerando inoltre il prossimo ingresso nella compagine societaria della Catullo della spa veneziana Save, che a Treviso vanta solide collaborazioni con la compagnia di Michael O’Leary, il quadro si arricchisce. Si tratta di indiscrezioni, ma quanto basta per far saltare (in quel di Bergamo) più d’uno sulla sedia.