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16 giugno 2014Generale

Per i padiglioni dei vari Paesi gia' iniziati gli scavi e i cantieri

Nessuna preoccupazione sui tempi delle consegne per le strutture realizzate direttamente dalle nazioni partecipanti all’Esposizione universale 2015
di Elisabetta Soglio
L’Expo di Shanghai? I lavori dei padiglioni dei Paesi erano iniziati negli ultimissimi mesi e, ad esempio, Stati Uniti e Corea del Nord avevano aperto il loro spazio con una settimana di ritardo rispetto all’inaugurazione dell’evento. Per questo gli uomini dell’Expo milanesi non hanno preoccupazioni sullo stato dell’arte dei padiglioni dei Paesi. Al momento la fotografia è la seguente: Germania e Italia sono già al lavoro con le proprie squadre di operai. Per altri 13 Paesi che ne hanno fatto richiesta Expo sta realizzando scavi e fondazioni. Il meccanismo è il seguente: la società aveva fatto a suo tempo una gara per individuare un’impresa che fosse disponibile a realizzare questa prima parte dell’intervento per conto die Paesi. Le nazioni che vogliono limitarsi a occuparsi del manifatto e degli allestimenti possono così chiedere a Expo che affida il lavoro all’impresa vincitrice della gara (un’associazione di imprese guidato da Valori). Il Paese paga Expo, che a sua volta paga il privato. E dunque: oltre ai 15 Paesi già presenti, a giugno cominciano gli scavi per altri nove lotti , a luglio ancora diciotto (tra cui gli Stati Uniti) e dieci ancora tra agosto e settembre, infine altri quattro ad ottobre. Alla fine, ci saranno circa 55-60 padiglioni nazionali, rispetto ai 42 dell’edizione di Shanghai.
I cluster
Gli altri Paesi invece saranno raggruppati nei cluster, gli spazi che racconteranno la storia, la produzione e la consumazione di singoli prodotti, dal riso ai cereali, dal caffè alle spezie, dalla frutta al cacao. A proposito di cluster, va segnalato che sabato scorso sono arrivati al cantiere di Expo dieci autotreni con i primi pezzi per costruire queste strutture, che sono prefabbricati in legno, acciaio e vetro: e ieri gli operai hanno festeggiato il primo scheletro in legno montato, quello della frutta. Il cronoprogramma prevede che le nove strutture dei cluster, compresi gli impianti, saranno pronte per gli allestimenti il 20 novembre prossimo. Ma torniamo ai Paesi. I tempi di realizzazione dei padiglioni variano a seconda delle dimensioni dell’area prenotata (da 1.000 a 4.000 metri per lotto) e della complessità della struttura stessa. Diciamo che indicativamente si varia dai quattro mesi di lavoro messi in preventivo dalla Repubblica Ceca (che inizia a luglio e finisce a dicembre) ai nove degli Emirati Arabi Uniti che proporranno il suggestivo progetto di Norman Foster e che saranno in cantiere da giugno a febbraio. Qualcuno ha già avvertito che si sta facendo tutto il prefabbricato in casa propria e arriverà a Milano non prima di ottobre. Di fatto, tutti i Paesi prevedono di concludere la propria impresa entro marzo, a lievissima eccezione del Turkmenistan, che ha dato come data finale il 3 aprile. È evidente che questa operazione comporterà un notevole aumento delle persone impegnate in cantiere: secondo le stime di un dettagliato programma preparato per il direttore Marco Rettighieri, a settembre saranno presenti più di tremila operai. Una città nella città.