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13 luglio 2014Generale

Cosi' nascono palazzo Italia e l'Expo. I lavori finiranno in tempo

 Ritmi forzati per allontanare lo spettro dell’inchiesta. Migliaia di operai, ad aprile previste le prove generali. Entro un mese 35 Paesi saranno al lavoro nei padiglioni
di Elisabetta Soglio
 
MILANO - Milleduecento uomini al lavoro, 200 camion che vanno e vengono, 60 betoniere a sputare cemento. Diciannove Paesi, e diventeranno 35 ai primi di agosto, già arrivati per realizzare il proprio padiglione. Calcestruzzo e acciaio. Polvere e rumore. La distesa di terra e fango sta prendendo forma. Gli uomini di Expo cercano di lasciare alle spalle le indagini e le polemiche sulle infiltrazioni della cupola degli affari in alcuni appalti. L’arrivo del magistrato Raffaele Cantone sta mettendo l’intero impianto in sicurezza e sta rasserenando i manager. Venerdì scorso il commissario generale Giuseppe Sala ha incontrato a Parigi i vertici del Bureau International des Expositions (l’organismo che sovrintende le esposizioni) insieme con l’ingegnere Marco Rettighieri, che ha preso in mano il cantiere dopo l’arresto del top manager Angelo Paris. Ai delegati dei Paesi che hanno aderito all’evento è stato presentato il nuovo cronoprogramma dei lavori e il segretario generale Vicente Loscertales ha dato il benestare: «Sarà un successo», ripete. 
Prove generali
Si prospetta però un’estate di lavoro duro perché ormai mancano meno di 300 giorni all’apertura dei cancelli dell’Expo milanese e italiana, dedicata al tema della nutrizione: anzi, il cronoprogramma prevede già per aprile 2015 alcune giornate di «prove generali», i test per vedere se la macchina funziona. E dunque: «I lavori per le rimozioni, cioè per la sistemazione del milione e 100 mila metri quadrati che ospiteranno l’evento, sono ormai al 90 per cento. Quelli invece della piastra, l’ossatura di Expo, sono al 60 per cento», introduce Romano Bignozzi, responsabile del programma dei lavori, che ha memorizzato tabelle e schede in cui tutto è organizzato alla giornata e non si può sgarrare di un’ora. Il decumano è l’asse principale lungo il quale sorgeranno i padiglioni dei Paesi: le tende che faranno da copertura sono quasi tutte installate e nel primo tratto è già stato posato l’asfalto rosso su cui si camminerà. 
 
I terreni occupati dai Paesi
Ai lati, sono recintati i terreni occupati dai Paesi: dicevamo che 19 sono già arrivati, hanno completato o stanno completando scavi e fondazioni. Ad agosto saranno in 35, dei 55 attesi: e sono i Paesi più importanti. Germania, Svizzera e Giappone sono stati i primi e gli altri seguono a ruota. Giovedì, ad esempio, toccherà agli americani prendere possesso del loro appezzamento ed è previsto un collegamento con il vicepresidente John Kerry. Passa un camion dell’impresa Maltauro, quella finita nel mirino dell’inchiesta sulle tangenti, quella che il presidente dell’Autorità Anticorruzione chiede di commissariare parzialmente, affidandosi a un amministratore straordinario per poter portare a termine i lavori e che invece il Tar vorrebbe sostituire con l’impresa seconda arrivata nella contestata area. Una gara da 55 milioni per realizzare le attrezzature di servizio: sono le palazzine che ospiteranno bagni, punti di ristoro, servizi vari e che sono in fase avanzata, alcune già con vetri e serramenti. Così per i cluster, gli spazi dove saranno riunite più nazioni intorno allo stesso prodotto (il riso, il caffè, le spezie, la frutta, i tuberi, il cacao): prefabbricati di legno, acciaio e vetro, finiranno entro dicembre. Alla Lake Arena si stanno ultimando i getti delle gradinate, gli augelli per i giochi d’acqua sono tutti installati e nel centro è pronta la pedana su cui sorgerà l’Albero della vita, simbolo di Expo. «Non abbiamo grandi problemi. Anche se è un po’ caotico, arriveremo in tempo», garantisce Gianpietro Mezzogori, direttore del cantiere.
 
Palazzo Italia
Il lavoro più complesso è quello per costruire Palazzo Italia, come sanno bene gli ingegneri e gli operai che stanno traducendo in acciai e cementi l’ambizioso progetto degli architetti. Cinquanta metri per cinquanta, disposta su 4 piani, la struttura di Palazzo Italia dovrà essere consegnata per gennaio 2015. E si lavora anche lontano da qui: in alcuni vivai italiani si stanno coltivando le 20 mila piante che abbelliranno il sito insieme a 12 mila cespugli. Molti Paesi stanno invece preparando pezzi dei loro padiglioni che qui verranno solo assemblati: questione di pochi mesi. 
Nel quartier generale della società si stanno mettendo a punto i contratti per il personale che sarà impegnato durante i sei mesi: un esercito di oltre 11 mila persone al giorno solo sul sito espositivo, «e questo è già lavoro vero, al di là degli indotti che non siamo in grado di quantificare per il commercio, il turismo, la ristorazione», puntualizza Sala rispondendo a chi ha recentemente denunciato il fatto che non si vedono i posti di lavoro annunciati. Questi ci sono: dalla vigilanza (1.900 persone) alla mobilità interna, dai fornitori di merce a chi si dovrà occupare di pulizie a ritiro dei rifiuti, dagli addetti alle casse all’assistenza agli ospiti. E poi il personale della società e quello dei Paesi: la Germania ad esempio ha già annunciato che avrà bisogno di 250 persone operative al giorno, alternate su due turni visto che Expo sarà aperta dalle 10 del mattino fino, in alcune giornate della settimana, alle 23. Lavoro per il futuro. E molto lavoro da fare, adesso.