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Ricadute economiche, occupazionali e ambientali di A35 Brebemi sul territorio - 2019
23 luglio 2014Trasporto stradale
La Brebemi costa un po' di piu' ma e' piu' veloce: il risparmio ci sara'
INTERVISTA A FRANCESCO BETTONI, PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ
«Consentirà di fare meno chilometri, consumando meno gasolio»
di Armando Di Landro
Presidente Francesco Bettoni, lei guida Brebemi spa da sempre. Oggi è arrivato alla meta, il taglio del nastro. Può iniziare col dirci cosa prova?
«Un’emozione incredibile. Io non ho mai vinto una medaglia olimpica nella mia vita, ma credo sia un qualcosa di simile. Anzi, per una gara sportiva ci si allena in un determinato periodo, qui invece siamo partiti addirittura nel 1996, e ci sono stati periodi in cui proprio ho pensato che non ce l’avremmo mai fatta. Per fortuna la squadra è rimasta compatta, tante persone mi hanno creduto...».
Può ricordare qual è stato il periodo peggiore?
«Quando un ministro dichiarò a Milano che Brebemi era un’opera inutile...»
Quale ministro?
«Antonio Di Pietro. Sono andato in crisi per una settimana intera. A quel punto ho pensato che il ministro, forse, era informato male, e ho deciso che dovevo avere un incontro con lui, per spiegargli».
C’è riuscito?
«Otto ore di duro confronto a Roma, ma alla fine mi ha detto: “Mi ha convinto”. E così è stato. Da allora è diventato un nostro grande sostenitore».
Prima di passare a chi altro l’ha sostenuta, però, racconti un po’ di lei. Era presidente dell’Unione Agricoltori di Brescia, di Confagricoltura Lombardia e, contemporaneamente, di Brebemi spa. Come si fa conciliare due ruoli così in antitesi?
«Credo proprio con il buon senso, ovvero con gli accordi sul territorio. Il 98% degli agricoltori del territorio ha trovato accordi bonari con Brebemi. Nessuno è andato allo scontro. In più, credo che l’autostrada porterà anche vantaggi a quel mondo di aziende agricole della Bassa Bergamasca e Bresciana. In questo senso i miei ruoli non siano stati affatto incompatibili».
Quasi ad ogni dichiarazione lei usa la parola territorio. Dice che Brebemi è un’opera voluta dal territorio. Poi però la vostra società è finita nell’orbita del gruppo Gavio, mica tanto bergamasco o bresciano. No?
«Quel gruppo ha portato tecnologia, esperienza, professionalità. Al momento è al 13%, con le sue risorse ha permesso di risolvere il problema del primo arco della Tangenziale Esterna Milanese, che dà uno sbocco a Brebemi. Il gruppo Gavio è un valore aggiunto su un progetto che già viaggiava da solo, non abbiamo fatto nessun passo indietro».
Avete vinto due premi internazionali per il project financing . Comodo - dicono soprattutto alcuni detrattori - fare un project financing con 800 milioni che arrivano dalla Cassa Depositi e Prestiti, che è di derivazione pubblica...
«Guardi, questa è un’osservazione di chi non vuol vedere la realtà. Ma lo sanno certi detrattori che noi quel denaro lo dobbiamo ripagare ad un tasso di mercato, ovvero il 7,8%? Certe accuse le rispedisco proprio al mittente. Nessuno ci ha fatto un favore».
Non è chiaro se dipenda anche dai vostri impegni di tipo finanziario, ma arrivate ad aprire un’autostrada con pedaggi più alti della concorrente più vicina, l’A4. È vero?
«Confermo pienamente, ma per due ragioni molto semplici. Brebemi consentirà su percorsi importanti di fare meno chilometri, consumando meno gasolio e, se mi è concesso, meno tempo. Chi non considera questi elementi è un asino... In più nessuno dice che abbiamo investito 800 milioni di euro sul territorio in opere di compensazione e mitigazione, dando infrastrutture che i Comuni e le Province non avrebbero mai realizzato. Io rispetto Legambiente, ma non dire queste cose è vergognoso».
Quali saranno i vostri punti di forza? Su quali tragitti vi sentite più forti dell’A4?
«Chi dovrà raggiungere la parte Sud di Milano sarà estremamente avvantaggiato da Brebemi, su questo non ci sono dubbi. C’è il libero mercato, da domani (oggi per chi legge, ndr) osserveremo come reagirà: la nostra autostrada sarà un’alternativa e porterà novità. Con Brebemi, ad esempio, è nato il primo nuovo arco della Tangenziale Esterna Milanese, che sostituisce esattamente i sette chilometri più trafficati della Est. Non mi sembra poco. Senza dimenticare che grazie a noi è stata cambiata la legge del 1975 che impediva di creare nuove autostrade ed è arrivata anche l’Alta Velocità».
Ma sta parlando di un’altra opera, a cosa si riferisce?
«Ricordo quando andammo da Prodi con il nostro progetto. Ci chiese dove sarebbe finita l’Alta Velocità, chiedendoci di ristudiare il tracciato per renderlo compatibile con l’altra infrastruttura. E così abbiamo fatto».
Può quasi partire con i ringraziamenti dei titoli di coda, in vista della festa...
«Credo che senza Roberto Formigoni e Giovanni Bazoli non saremmo mai arrivati a questo risultato. Guardando bene al territorio, poi, devo ringraziare il presidente della Cassa rurale di Treviglio Gianfranco Bonacina, e gli ex presidenti delle Camere di Commercio di Bergamo e Milano, Roberto Sestini e Carlo Sangalli. Con loro è nato tutto e ora siamo a un nuovo inizio. Mi permetta anche di dire che non ci sono state macchie...».
Ovvero?
«Abbiamo costruito un’autostrada tangent-free . Con onestà e tanta trasparenza».