Il ministero dell'Ambiente comunica che Enac ha ritirato il Master Plan per lo sviluppo dell'aeroporto di Malpensa, su richiesta della stessa Sea. Non sarà ampliata l'aera per le attività logistiche e non sarà costruita la terza pista.

Termina così la lunga vicenda del programma di espansione dello scalo lombardo, che ha creato polemiche e opposizioni da parte di enti e comitati locali. L'Enac, per conto della Sea, aveva inoltrato il Master Plan al ministero dell'Ambiente per approvare la valutazione d'impatto ambientale. Il programma aveva un orizzonte temporale fino al 2030 e prevedeva un investimento di due miliardi di euro. Ora, una nota dello stesso ministero comunica che Enac, dopo averlo approvato, ha ritirato il Master Plan, quindi la procedura di Via è archiviata.

Tra le opere previste dal piano che non si realizzeranno c'è la costruzione della terza pista e del nuovo polo della logistica connesso alla cargocity di Malpensa, che doveva ampliare le attività di seconda linea, attraverso la costruzione di nuove piattaforme logistiche e di un terminal ferroviario in un'area di quattro milioni di metri quadrati sud dello scalo. Alla base del piano c'era l'obiettivo di aumentare la movimentazione annuale delle merci a 1,4 milioni di tonnellate.

Un elemento che potrebbe avere condizionato la decisione di ritirare il Master Plan è la recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha condannato il ministero dei Trasporti a risarcire con otto milioni di euro un abitante di Arsago Seprio, Comune adiacente allo scalo, per disastro ambientale, ecologico e acustico causato dal volo a bassa quota degli aerei che atterrano e decollano a Malpensa. Ciò vale per un'area di ben 400 ettari della Brughiera del Dosso, situata tra Somma Lombardo e Vizzola Ticino.

In seguito, rispetto al progetto iniziale, nel 2013 l'area per il parco logistico era già stata ridimensionata e oggi è completamente annullata. Non è però escluso che la Sea prepari un nuovo Master Plan.