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24 settembre 2014Trasporto stradale

Variante di Zogno, pausa per la perizia

LA NUOVA STRADA CHE TAGLIERÀ IL CENTRO DI ZOGNO E I 24 MILIONI DA REINVESTIRE
I test dureranno un mese. Le aziende: «È un’opera cruciale»
di Fabio Spaterna
 
«I lavori sulla variante di Zogno riprenderanno a pieno regime entro la fine di ottobre». Perché prima, infatti, sarà necessario fermare parte dell’intervento «per svolgere una perizia in contraddittorio, al fine di determinare al dettaglio i costi». La conferma di uno stop, anche se parziale, arriva dal presidente della Provincia, Ettore Pirovano. Il numero uno di Via Tasso spiega così l’esito dell’incontro dei suoi tecnici con quelli i Itinera, l’azienda di Tortona affidataria dell’appalto, 24 ore dopo l’approvazione di una delibera mirata a reperire risorse aggiuntive (16 milioni chiesti alla Regione, e già i prossimi giorni potrebbero essere decisivi, mentre la Provincia si impegna a trovarne 8 dall’anno prossimo) per i maggiori costi di realizzazione dell’opera. Il problema è nato da discrepanze tra cantiere e previsioni geologiche. La perizia verificherà anche quanto l’inconveniente fosse imprevedibile e quanto dovuto a errori di progettazione (in capo, nel 2006, ad Abm2).
Per ora, di certo, si sa che servono analisi e che durante i test parte del cantiere si fermerà. E sull’apertura - annunciata prima nel 2014 e poi nel 2015, e che ora, visto il problema, si è detto potrebbe slittare fra 2016 e 2017 -, Pirovano dopo l’incontro con Itinera torna a essere ottimista: «I tempi potrebbero comprimersi». Resta il fatto che la Valle Brembana aspetta la variante, che toglierà il traffico da Zogno, come ossigeno. Anche perché il rilancio economico e occupazionale dell’area, ormai in ginocchio per via della crisi passa anche dalle sue infrastrutture. «Difficile per un imprenditore credere nel territorio - si sente ripetere - quando la strada che porta a Zogno è solo una, e basta un incidente stradale per paralizzare il traffico».
Come è successo proprio ieri, quando un camion in panne ha creato 4 chilometri di coda: «Non è la prima volta che accade - spiega Carlo Ghisalberti, fondatore di “Zogno Lab”, movimento civico-politico indipendente nato a febbraio -. I residenti sono disperati: la variante è fondamentale per riuscire a uscire da questa crisi». Le difficoltà si ripercuotono anche sui dipendenti delle aziende della zona, anch’esse costrette a sopportare maggiori costi dovuti ai continui ritardi degli automezzi. «I disagi sono soprattutto alla sera, quando i camion arrivano a caricare - spiega Luca Bordogna, amministratore delegato della Bracca Acque Minerali di Ambria -. Il magazzino chiuderebbe alle 18, ma spesso parte dei dipendenti deve aspettare fin dopo le 20 per via delle code».
E Paolo Aceti, direttore risorse umane della Cms (macchine a controllo numerico, 500 dipendenti): «La variante è sospirata da tanto, se arrivasse con ulteriore ritardo sarebbe un bel problema per tutti». In un contesto del genere, a parte qualche caso d’eccellenza (oltre alla Cms, ad esempio, San Pellegrino e Smi) tante società hanno già deciso di andarsene. «È un miracolo - spiega il presidente della Comunità Montana, Alberto Mazzoleni - che qui qualcuno riesca ancora a fare impresa: ogni giorno di ritardo della variante è un danno economico». «E per fortuna che abbiamo mantenuto la destinazione industriale di alcune aree dismesse, favorendo alcuni investimenti, altrimenti sarebbe stato un vero e proprio esodo», conclude il sindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti.