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31 agosto 2014Trasporto aereo

Airport Handling, primo giorno per 1.700 operai

 Da lunedì 1 settembre parte la newco del carico e scarico bagagli. Per soddisfare le richieste della Ue, Sea ha ceduto il controllo a un trust presieduto da Tiziano Treu e starà fuori dalla gestione
La grave crisi politica e sindacale legata allo scarico bagagli di Malpensa, tocca domani, primo settembre, il suo punto di approdo forse definitivo. Gli ex dipendenti di Sea Handling, società di fatto dipendente dalla Sea, saranno riassunti, dopo essere stati formalmente licenziati, in una nuova società di diritto privato ribattezza Milan Airport Handling, destinata a favorire un regime di libera concorrenza maggiore, con altri operatori del settore. (nella foto, un'assemblea sindacale in aeroporto)
Operai assunti: 1700 su 2200
Gli operai tornano al lavoro da lunedì con una nuova casacca, diciamo così, ma non tutti. Su 2.200 dipendenti, sono 1.700 i lavoratori confermati; per gli altri saranno applicati gli accordi sindacali sottoscritti tra giugno e luglio, in un clima di crescente tensione (un referendum tra i lavoratori bloccò il primo accordo). 
 
Sea resterà fuori dalla gestione
La speranza è che la nuova società soddisfi l’Unione Europea, perché è proprio a causa di una ammonimento di Bruxelles, che aveva messo in mora l’Italia per la posizione di privilegio di Sea Handling sul mercato aeroportuale milanese, che tutto era cominciato, creando non pochi guai al gestore di Malpensa. Per soddisfare queste richieste, su suggerimento del governo, Sea si è di fatto spogliata delle gestione, che è stata affidata a un trust indipendente, il quale governerà attraverso una società connessa (un trustee). Sea dunque starà fuori dalla gestione e mercoledì scorso è stato nominato il cda della nuova società, che avrà come presidente l’ex ministro del lavoro Tiziano Treu. 
 
Per la Ue potrebbe non essere vera concorrenza
La Ue però ha già aperto una inchiesta sulla capogruppo Sea, sospettando che con il trust abbia solo aggirato l’ostacolo e ha deferito l’Italia alla corte europea di giustizia per il mancato pagamento della maxisanzione comminata a suo tempo. Dal punto di vista dei lavoratori tuttavia ci sono buone nove, perchè se è vero che il 20% della forza lavoro non è stata confermata, va rimarcato che vi è stata la conferma delle commesse di lavoro da parte delle compagnie aree che prima operavano con Sea Handling. Il futuro non è chiarissimo, ma la strada intrapresa da Sea, insieme al governo e agli enti locali, ha una sua logica e delinea una strategia difensiva per risolvere questa crisi politica di livello europeo.