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11 novembre 2014Generale

SbloccaItalia, quattro grandi opere per la Lombardia

Coperture economiche garantite per le infrastrutture dell’aeroporto di Malpensa (890 milioni), la superstrada Rho-Monza (55 milioni), l’alta velocità Brescia-Padova (un miliardo e 290 milioni) e il terzo valico dei Giovi (due miliardi e 100 milioni)
di Giambattista Anastasio
 
ar ripartire i cantieri per le grandi opere e ridarecosì fiato all’economia: queste le finalità dello SbloccaItalia che, per la Lombardia, si traduce in quattro progetti che avranno risorse e coperture economiche garantite: la realizzazione delle infrastrutture dell’aeroporto di Malpensa
(890 milioni), la realizzazione della superstrada Rho-Monza (55 milioni), l’alta velocità Brescia-Padova (un miliardo e 290 milioni) e del Terzo valico dei Giovi (due miliardi e 100 milioni). Ma i Comuni lombardi stanno aspettando anche altre risposte, sempre concernenti interventi per strade, scuole e territorio. Infrastrutture di minore portata, ma decisive per mettere in circolo lavoro anche per le piccole e medie imprese. Sono quelle riferite alle deroghe al patto di stabilità, quindi di poter spendere soldi propri dei Comuni che sono bloccati: 66 quelle presentate a livello lombardo sulle 236 a livello nazionale per un totale di 14 milioni e 850mila euro sui 190 milioni e 403mila e spiccioli del totale italiano. 
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, attesa per oggi, il decreto «SbloccaItalia» entra definitivamente in vigore. «Un provvedimento cruciale», come lo ha più volte definito il ministro Maurizio Lupi (Trasporti), non solo per rilanciare le opere pubbliche ma anche per aiutare i Comuni, da tempo alle prese con i vincoli alle spese stabiliti dal Patto di Stabilità. Una richiesta, l’allentamento dei tali vincoli, che accomuna tutti i primi cittadini lombardi, a prescindere dal colore della loro Giunta, e più volte sottolineata anche dal presidente della Regione, Roberto Maroni. In replica alle sollecitazioni, lo stesso Lupi ha più volte assicurato che col decreto sarebbero arrivate «risposte convincenti anche a questo problema». Quali? Meglio scorrere le pagine del documento. 
 
Nei mesi scorsi il Governo ha chiesto ai sindaci di indicare una caserma dismessa da recuperare, un immobile dismesso da riqualificare, un cantiere e un procedimento amministrativo fermi da tempo. Bene, lo SbloccaItalia prevede, ora, che i pagamenti relativi ai lavori e ai procedimenti indicati dai sindaci nei loro elenchi siano esclusi dal computo del Patto di Stabilità interno ad alcune condizioni: gli interventi in questione devono essere stati già previsti nel piano triennale delle opere pubbliche e i pagamenti da scontare devono riguardare opere realizzate, in corso di realizzazione o per le quali sia possibile l’ avvio dei lavori, da effettuare entro la fine del 2014, vale a dire: entro poco meno di due mesi. Non è finita: per il 2014, lo scomputo non potrà andare oltre i 250 milioni di euro. Infine, saranno esclusi dai vincoli del Patto anche i pagamenti, per un importo complessivo di 300 milioni di euro, sostenuti dai Comuni dopo l’entrata in vigore dello Sblocca Italia e relativi a debiti in conto capitale contratti per gli anni 2014 e 2015. Una boccata d’ossigeno, certo. Ma le liste dei sindaci sono sterminate e l’impatto del decreto sarà giocoforza limitato.
 
Tutto il governo, non solo Lupi, difendono però il provvedimento perché è il primo che «concede agli enti locali strumenti per difendersi dalla morsa della crisi» nonché dalle controindicazione del regime di austerità calato, soprattutto per volere dell’Unione Europea, su tutti gli enti territoriali. Quanto al capitolo delle infrastrutture, lo Sblocca Italia rilancia, in Lombardia, tra i principali, il progetto del collegamento dell’aeroporto di Malpensa all’alta velocità ferroviaria (890 milioni di euro), la realizzazione della variante «Tremezzina», sulla Statale internazionale 340, a Como (450 milioni, ma metà dovrà metterli la Regione), il terzo valico dei Giovi (ferrovia Milano-Genova) e l’ampliamento della Milano-Torino.