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12 dicembre 2014Generale

Milano, per la M4 tempi strettissimi

Il PROGETTO
 
Per Palazzo Marino l’impatto è di 3,4 miliardi per 30 anni. È un project financing sui generis: i privati sono rimborsati dal Comune di Milano.
 
Corsa finale per la metro 4 di Milano. Entro martedì verrà costituita la società, di cui Palazzo Marino detiene il controllo con il 66% delle azioni (il 34% è in mano ai costruttori privati). Poi, tra Natale e Capodanno, verrà siglato il closing finanziario con cui i privati accedono ad un prestito bancario di 414 milioni, sottoscritto da tutta la società. Un cronoprogramma serratissimo: se tutto l’iter non verrà chiuso entro fine anno, il governo chiederà indietro i 172 milioni concessi con il decreto Destinazione Italia, con il rischio di dover restituire anche i 480 milioni già concessi per la cantierizzazione di opere Expo. La metro 4 doveva infatti essere pronta per il 2015, ma poi, ritardo su ritardo, non è mai partita. La giunta Pisapia ha deciso di tenere in vita il progetto e legarlo all’evento universale solo “concettualmente”: basta cioè far coincidere l’avvio dei cantieri con il periodo che precede l’Expo per mantenere i finanziamenti.
 
Nonostante le difficoltà, la maggioranza di centrosinistra non se l’è mai sentita di cancellare l’opera. Tra le più onerose in Italia, è considerata strategica per la viabilità, visto che servirà a collegare la città con l’aeroporto di Linate. La linea 4 costa circa 1,9 miliardi, di cui 958 dello Stato, 400 del Comune, 200 dei privati e 414 in prestito bancario. Si tratta però di un project financing anomalo: i privati non verranno ripagati dalla sola gestione del servizio, ma attraverso il canone versato dal pubblico (per poi uscire dalla società, che rimarrà di proprietà del Comune e verrà gestita dalla controllata Atm).
 
Tutto considerato, dunque, per Per Palazzo Marino si tratta di un impegno notevole. L’impatto finanziario per i prossimi 30 anni sarà di 3,4 miliardi, comprendendo il mutuo contratto con Cdp e Bei, la restituzione dell’Iva sul contributo statale e soprattutto il “canone di disponibilità”, cioè i costi del servizio, il rimborso del debito e la remunerazione dei privati. Sono tuttavia stimati almeno 86 milioni di passeggeri all’anno, grazie a cui sarà possibile coprire il 15% della spesa, a cui si aggiunge un ulteriore 10% di riduzione di servizi di superficie.
 
I costi impatteranno sulla spesa corrente del Comune con una crescita graduale che va dai 10,4 milioni del 2015 ai 174 nel 2034, con una consistente impennata nel 2023, quando si passerà da 76 a 130 milioni.
 
La metro 4 fu ipotizzata durante la giunta Moratti, che mise in piedi un accordo societario in cui Palazzo Marino doveva rappresentare la maggioranza assoluta. Da questo primo “peccato originale” sono seguite una serie di difficoltà nella costituzione della società, proprio per il fatto che il Comune non è solo l’ente a cui spetta un importante onere finanziario, ma anche perché di fatto la stazione appaltante (il controllore) coincide con lo stesso realizzatore (il controllato). La giunta Pisapia tuttavia ha portato avanti il progetto considerando l’importanza dell’opera. Oltre a questo, rinunciare significherebbe restituire allo Stato 650 milioni.