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29 novembre 2014Generale

Via libera a M4 e Albero della vita

Un bando lampo per l’Albero della vita di Expo. Dovrebbe essere già aperto la prossima settimana e chiuso a inizio gennaio. Meno di 45 giorni dunque, utilizzando la deroga per gli eventi speciali. Le date probabili sono: avvio il 4 dicembre e termine l’8 gennaio. Base d’asta: 3,9 milioni, per la realizzazione della sola parte tecnologica, ovvero l’illuminazione, i giochi di luce e le proiezioni. La struttura di base di acciaio e legno, alta 35 metri, verrà invece costruita dalla cordata di 25 imprese di “Orgoglio Brescia”, che finanzierà l’opera con 3 milioni (di cui gran parte già ottenuti con un prestito bancario).
 
Questa è la decisione presa ieri dal cda di Expo, che si è riunito in via Rovello a Milano. Il commissario unico Giuseppe Sala, insieme agli altri consiglieri, ha preso atto dei rilievi positivi dell’Autorità anticorruzione, che ha dato sostanzialmente il via libera al capitolato della gara redatto dal Politecnico. Si esce così dall’impasse sulla scultura, durata quasi sei mesi, a causa delle critiche che proprio l’Anac aveva mosso sulla mancanza di trasparenza e sugli affidamenti diretti.
 
Il monumento sorgerà quindi dentro il sito espositivo di Rho, nello spazio del Padiglione Italia che ne ha la responsabilità. La supervisione artistica spetterà a Marco Balich, lo stesso ideatore del progetto (oltre ad essere l’autore del concept del percorso di Palazzo Italia, dove verranno esposte le tradizioni alimentari del nostro paese).
 
Si dovrà fare in fretta adesso, anche perché nell’area del Padiglione nazionale si sono accumulati ritardi su più fronti: oltre all’Albero della vita, bisogna accelerare anche sul cardo (la strada dedicata alle aree tematiche sul cibo) e sull’edificio di Palazzo Italia (che ha anche il problema dei notevoli extracosti da risolvere).
 
Via libera alla metro 4
Ieri intanto, parallelamente al cda di Expo, si è riunita la giunta del Comune di Milano per dare il via libera alla linea 4 della metropolitana. L’opera era inizialmente prevista per l’Expo ma poi nel tempo è stata rallentata dai ricorsi, rimandata dall’amministrazione e ridiscussa con le varie forze politiche, fino ad arrivare all’ipotesi del 2022 come data di realizzazione complessiva. La linea, con 21 fermate, prevede un investimento di 1,8 miliardi (di cui 958 milioni dello Stato, 461 dei privati e 400 del Comune di Milano) e collegherà la città all’aeroporto di Linate. La società, non ancora costituita, sarà formata al 70% dal Comune e al 30% dai costruttori privati.
 
Le negoziazioni di ieri hanno portato alcune rimodulazioni importanti per la parte pubblica: la rinuncia da parte dei privati alle riserve; la rimodulazione del cronoprogramma in 88 mesi senza oneri aggiuntivi per il Comune (salvo i 60 milioni attribuibili allo stesso allungamento del cronoprogramma e alla maggiore durata dei lavori); un aumento di 45 milioni dell’equity versato dai privati (da 161 a 206 milioni).
 
Ora deve essere costituita la società e formalizzato il closing finanziario con le banche entro fine dicembre, altrimenti il governo chiederà indietro i 172 milioni concessi con un decreto la scorsa estate (oltre ad essere messi in discussione anche i precedenti 480 milioni di fondi Expo già ottenuti).
 
La metro 4 è stata in forse fino all’ultimo. Neppure in giunta erano tutti allineati. C’è chi ha criticato l’opera per gli oneri finanziari che comporterà per il Comune per i prossimi 25 anni, chi ha sollevato dubbi sul comportamento dei privati e chi ha difeso le ragioni dei quartieri coinvolti nei cantieri. Ieri al vertice di Palazzo Marino era assente l’assessore al Bilancio Francesca Balzani, contraria alle opere invasive nelle città ma al contempo rispettosa delle decisioni prese prima che entrasse a far parte della giunta Pisapia. A brindare è stato soprattutto l’assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran: «È una giornata decisiva per il futuro di Milano», ha commentato.