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4 febbraio 2015Trasporto stradale

Variante di Zogno, fondi trovati. Ma e' giallo sulle azioni in vendita

ZOGNO: L’OPERA BLOCCATA PERCHÉ MANCANO 24 MILIONI DI EURO: IERI VERTICE IN REGIONE
La Provincia: cederemo quote Brebemi alla casa madre. La spa: escluso
di Fabio Spaterna
 
Non tutti i problemi sono stati risolti, ma dopo l’annuncio di ieri della ripresa dei lavori entro fine maggio il muro contro muro tra Provincia e Regione sulla questione della variante di Zogno sembra superato. Almeno per ora. Tanti e bipartisan i sorrisi al termine del tavolo al Pirellone che aveva come argomento quello di superare l’empasse sulla vicenda che si trascinava ormai da mesi, a colpi di polemiche e comunicati stampa.
Da una parte la Regione (centrodestra), pronta a mettere sul piatto 16 dei 24 milioni che mancano per terminare il cantiere; dall’altra la Provincia (guidata dalla coalizione Pd-FI-Ncd), impegnata a trovare i 7,8 milioni mancanti nello stesso momento in cui è alle prese con conti da profondo rosso. Per tutto l’inverno la palla è rimbalzata tra Regione e Provincia: «Noi metteremo i soldi, se voi dimostrerete di fare la vostra parte», la sintesi del discorso del Pirellone, con l’assessore all’Ambiente Claudia Terzi (Lega) mai tenera nei confronti di via Tasso. Poi la trattativa, gli annunci: a un certo punto pareva che il cantiere potesse ripartire a febbraio.
Al termine della riunione di ieri Alessandro Sorte, collega di Terzi in Regione dove da poco è stato nominato alle Infrastrutture in Regione, forzista e dunque in sintonia con il nuovo governo della Provincia, spiega: «La Provincia ha confermato che reperirà i 7,8 milioni come quota di cofinanziamento nel triennio 2015/2017». L’intesa prevede per il 2015 l’impegno da parte della Regione a versare 5 milioni, e la Provincia uno. Entro il 2016 dal Pirellone ne arriveranno 5, e dalla Provincia 3, mentre nel 2017 la Regione ne metterà altri 6 e la Provincia i rimanenti 3,8. Un piano che permetterebbe quindi ai lavori di riprendere a maggio, dopo il deposito della perizia attualmente in atto sui maggiori costi per il cantiere: «La variante di Zogno era e resta una priorità da parte della Regione, non potevamo che riconfermare il nostro impegno economico», dice Terzi. «La ripartenza dei lavori è però subordinata all’approvazione del documento da parte degli uffici provinciali - aggiunge Sorte -. Significa che l’intera quota di via Tasso deve essere messa nei bilanci dei prossimi tre esercizi».
Il problema, però, nonostante l’ottimismo bipartisan resta sempre e comunque lo stesso da mesi: dove troverà la Provincia i 7,8 milioni, seppur spalmati nel prossimo triennio? Durante l’incontro l’assessore alle Infrastrutture di via Tasso, Pasquale Gandolfi (Pd), ha assicurato che buona parte delle risorse arriverà dalla vendita delle azioni di Autostrade Lombarde, holding che controlla Brebemi Spa, dal valore teorico di 5,4 milioni. A dicembre la Provincia ha già provato a cederle, ma l’asta è andata deserta: secondo i legali di via Tasso la casa madre sarebbe ora obbligata a riprendersi le azioni (a un valore da concordare). In realtà da Autostrade Lombarde sono di tutt’altro avviso.
«Daremo la pratica in mano ai nostri legali: non siamo assolutamente interessati ad acquisire azioni né della Provincia né di altri enti - dice il presidente Francesco Bettoni -. E questo non solo perché ci sembra inopportuno che dopo il nostro investimento di decine e decine di milioni sul territorio, proprio l’ente che ha goduto dei benefici più degli altri chieda di smarcarsi; ma anche perché non abbiamo le risorse economiche per un’operazione del genere».
«Le azioni Brebemi sono solo una delle possibili fonti di finanziamento, ma non l’unica - replica il presidente della Provincia, Matteo Rossi (Pd) -. Credo che in un momento del genere, in cui la Provincia attraversa un momento di difficoltà, tutti gli operatori dovrebbero ascoltare le nostre indicazioni. Compresi i privati. Non possiamo ordinare a nessuno di seguirci, ma richiamare a un senso di responsabilità sì». La strada resta in salita: un eventuale contenzioso legale farebbe andare per le lunghe l’incasso. E alla Provincia non resterebbe che pensare alla cessione delle quote di Sacbo, ipotesi che comunque Rossi continua a smentire.