INFRASTRUTTURE

Ricerca per

oppure

Visualizza tutte le infrastrutture

INTERVENTI

Ricerca per

oppure

Visualizza tutti gli interventi

DOCUMENTI

Ultimi Documenti
Ricadute economiche, occupazionali e ambientali di A35 Brebemi sul territorio - 2019
Trasporto stradale
L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile - 2018
Generale
Corridoi ed efficienza logistica dei territori - 2018
Logistica e intermodalità
Tutti i Documenti >

MAPPE TEMATICHE

Selezionare i criteri di visualizzazione

23 giugno 2009Trasporto stradale

BREBEMI, L'AUTOSTRADA TUTTA D'ORO

Costa il triplo della media europea. Castellucci: «E' il prezzo del consenso» L' ambientalista Autostrade Spa «E' la strada più inutile che esista. Con il boom dei costi viola anche le norme europee» «Costi raddoppiati per le opere di contorno: occorre una nuova gerarchia autorizzativa»

MILANO - «Il costo della Brebemi è di 30 milioni al chilometro, il triplo rispetto alla media europea per un' autostrada di pianura». Non sono le parole di un ambientalista barricadero, ma di Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l' Italia, una delle società che partecipa alla realizzazione dell' opera destinata a collegare Milano e Brescia lungo un percorso alternativo alla A4. Oggi il Cipe darà - salvo sorprese - il suo via libera alla Brebemi, cosa che permetterà di rispettare una scadenza programmata da tempo: l' apertura dei cantieri il 22 luglio prossimo. Ma sul brindisi finale ecco piovere le sferzanti parole di Castellucci pronunciate non in una riunione riservata, ma due giorni fa al Forum nazionale dell' edilizia e del territorio. Del miliardo e 600 milioni di euro che costerà la nuova «dorsale» lombarda, ha detto il manager, il 50% è rappresentato dalle cosiddette opere di compensazione, vale a dire i lavori che devono mitigare l' impatto ambientale o programmate come «moneta di scambio» per il disagio provocato ai territori affacciati sul nastro d' asfalto. «Il costo del consenso è ormai elevatissimo - è stata la denuncia di Castellucci - e le conferenze dei servizi si svolgono ormai nei palasport» alludendo al fatto che i sì necessari per avviare una grande opera infrastrutturale sono infiniti. «Occorre definire una nuova gerarchia autorizzativa - ha auspicato l' amministratore di Autostrade - in funzione delle opere. Se un' opera è di interesse generale, quindi, la catena autorizzativa va accorciata». La gestazione della Brebemi è durata 10 anni: tra le spese «di contorno» che la società realizzatrice ha dovuto mettere in conto, 400 milioni se ne andranno per la sistemazione della Rivoltana e della Cassanese, due strade che si intersecano con la Brebemi, oggi molto congestionate; poi sono previsti 64 mila metri quadrati di pannelli fonoassorbenti richiesti dai Comuni attraversati dalla strada oltre la posa di alberi, la sistemazione di un antico cascinale che diventerà un casello e lo scavo di una «trincea» parallela alla strada dentro la quale in futuro correrà il treno ad alta velocità Milano-Venezia. Per ridurre l' impatto ambientale, inoltre, è prevista la costruzione di centrali elettriche a biomasse alimentate dagli scarti agricoli dei campi lombardi. Arrivare ai 30 milioni di euro per chilometro in questo modo è un attimo. «E pensare che noi avevamo fatto una stima più bassa, appena 26» ironizza Carlo Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi e fin dall' inizio oppositore dell' opera. «Questa è l' infrastruttura più inutile che sia mai stata progettata - attacca Monguzzi - che non risolverà alcun problema di traffico e servirà solo alle imprese che la costruiranno. Ma se si vuole lo stesso realizzare un' opera che devasterà l' ambiente, è giusto che almeno ci siano delle compensazioni. Per dire: il costo al chilometro della Pedemontana sarà ancora più alto, proprio per questa ragione». Il raddoppio dei costi, rispetto alla previsione iniziale, secondo Monguzzi determina una violazione della normativa europea e dovrebbe far decadere la concessione; di questo avviso era stata nel 2007 anche la commissione trasporti del Senato. L' iter autorizzativo è però andato avanti e l' obiezione di legalità è già stata spazzata via da una sentenza del Tar della Lombardia (ma ora la questione verrà riproposta davanti al Consiglio di Stato). Oggi dunque il Cipe congederà una volta per tutte il progetto (resta solo un passaggio formale davanti alla Corte dei conti), cosa che ha fatto gridare al miracolo il viceministro alle infrastrutture Roberto Castelli: «Tutti gli enti interessati, ministero, Regione, società concessionaria e società Brebemi hanno lavorato in tempi rapidissimi e in maniera efficientissima, consentendo l' apertura dei cantieri addirittura prima del previsto. Ancora una volta la Lombardia si è dimostrata all' avanguardia del Paese». Claudio Del Frate cdelfrate@corriere.it 62,1 43 * * * La replica Secondo Bettoni l' opera si finanzierà per intero con i pedaggi «Ma lo Stato non spenderà un euro» MILANO - «Con la Brebemi stabiliamo un primato che non sarà solo italiano bensì europeo: sarà la prima infrastruttura di questo livello a non costare un solo euro alle casse dello Stato». Quella di Francesco Bettoni (nella foto), presidente di Brebemi spa non è una semplice difesa d' ufficio ma a spada tratta. La società da lui guidata, composta da capitali interamente privati (ma con garanzie pubbliche) ha ottenuto la concessione per costruire il nuovo collegamento stradale Milano-Brescia. Non c' è privato che tenga, però: per arrivare al sospirato traguardo Bettoni ha dovuto ottenere tutti gli ok del caso. Con il conseguente raddoppio dei costi dell' opera. «Castellucci ha ragione - dice il presidente di Brebemi spa - e noi abbiamo dovuto incrementare i costi per venire incontro a precise richieste degli enti territoriali. Così dagli 800 milioni previsti inizialmente, siamo passati al miliardo e 600 milioni attuali». Il presidente precisa però che a suo avviso non si tratta di «prebende» distribuite a pioggia per tacitare questo o quel sindaco recalcitrante. «L' intero territorio attraversato dall' autostrada - fa presente Bettoni - otterrà un miglioramento che non sarà semplicemente quello del nuovo collegamento. Pensiamo ad esempio all' affiancamento, previsto da subito per la Tav o il raddoppio di strade oggi intasate come la Rivoltana e la Cassanese: a opera terminata saranno tantissimi i problemi risolti anche per le piccole comunità locali, non solo quello degli spostamenti da Milano a Brescia». Nonostante la «botta» dei 30 milioni di euro a chilometro, la società è sicura che l' intera opera non costerà nulla alle casse pubbliche: «Per il 28% l' opera è finanziata direttamente dagli azionisti - sottolinea Bettoni - il resto arriverà da Banca Intesa Sviluppo. Secondo i criteri del projet financing i costi saranno ripagati attraverso i pedaggi. La prima concessione è di 19 anni e 6 mesi, prevediamo un passaggio quotidiano medio di 55 mila veicoli». C.Del.
Del Frate Claudio

Fonte: http://archiviostorico.corriere.it