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12 marzo 2015Generale

Legge Obiettivo: infrastrutture strategiche in ritardo e costi in aumento

La realizzazione delle opere inserite nel Programma delle infrastrutture strategiche 2002-2014 e di quelle deliberate dal CIPE al 31 dicembre 2014 procede a rilento, mentre i costi sono aumentati di oltre il 40% in dieci anni. Lo rivela la nona edizione del rapporto annuale Camera dei Deputati-Cresme sulla 'legge Obiettivo'.
Il rapporto analizza l’evoluzione del Programma delle Infrastrutture Strategiche (PIS) tra il 2002 e il 2014, prendendo in considerazione 1.420 lotti relativi a 419 infrastrutture, il cui costo complessivo è stimato in 383 miliardi e 857 milioni di euro. Il valore delle 201 opere deliberate dal CIPE, con progetto preliminare o progetto definitivo e quadro finanziario approvati, è di 153,2 miliardi di euro, pari al 40% dell’intero costo.
 
Rispetto all’ottavo rapporto, aggiornato ad ottobre 2013, escludendo i procedimenti interrotti, il numero delle infrastrutture è aumentato di 16 unità, da 403 a 419, mentre il costo complessivo del Programma è aumentato del 2,3%.
 
Gli ultimi interventi inseriti nel Programma riguardano le finalità previste dal decreto-legge n. 145-2013, più noto come Destinazione Italia, in particolare la realizzazione di opere per lo svolgimento di Expo 2015, e dal decreto-legge n. 133-2014 Sblocca Italia, per la continuità dei cantieri in corso e per nuovi progetti di manutenzione del territorio e di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici pubblici.
 
Distribuzione sul territorio
 
Le percentuali di riparto dei costi a livello territoriale rivelano un significativo incremento della quota del Centro-Nord, in particolare a seguito dell’ingresso dell’autostrada Orte-Mestre. In questo ambito territoriale il costo delle infrastrutture strategiche è di 192 miliardi e 137 milioni di euro, contro i 90 miliardi e 469 milioni di euro del Mezzogiorno e i 2 miliardi e 577 milioni di opere non ripartibili.
Nelle Regioni del Centro-Nord, nell’ultimo anno, l’attenzione si è concentrata principalmente sui collegamenti autostradali da realizzare con i capitali privati, sulle infrastrutture ferroviarie, sulle reti metropolitane dell’area milanese e di Roma, sui progetti legati all’evento Expo Milano 2015, sul Porto di Trieste e su interventi per la sicurezza dei traffici nella laguna di Venezia.
 
Relativamente al Mezzogiorno, invece, la priorità è andata, oltre al completamento delle autostrade Salerno-Reggio Calabria, 106 Jonica e di alcune tratte autostradali siciliane e della rete metropolitana campana, alle reti stradale e ferroviaria e ai porti della Campania e alle reti stradale e ferroviaria della Sardegna.
 
Stato di avanzamento delle opere
 
In generale, dall'approvazione della legge Obiettivo nel 2001, sono state portate a termine opere per un valore di 23,8 miliardi di euro, contro i 285 miliardi del complesso delle infrastrutture inserite nel programma.
 
Se si guarda alle 187 opere deliberate dal CIPE, solo 40 risultano concluse, mentre 69 sono in fase di realizzazione. Quanto al costo, le opere completate o in corso di costruzione hanno un valore di oltre 78,7 miliardi, pari al 53% del valore complessivo delle opere esaminate dal Comitato al 31 dicembre 2014.
 
Il ritardo è confermato dal confronto con le previsioni dell'8 rapporto Camera dei deputati-Cresme che indicava la conclusione di 54 opere entro la fine del 2014, per un costo complessivo di circa 12 miliardi: il 9° rapporto mostra che solo 39 opere sono state completate entro la fine dello scorso anno, per un costo complessivo di 6,5 miliardi.
 
Il quadro non migliora se si guarda all'andamento dei costi di realizzazione. Analizzando 97 opere deliberate dal CIPE, il report evidenzia un aumento dei costi del 40,3% in dieci anni, dai 65.227 milioni previsti al 30 aprile 2004 ai 91.516 milioni al 31 dicembre 2014.
 
Partenariati Pubblico-Privato (PPP)
Il rapporto dedica anche un focus tematico alle modifiche del quadro normativo, con un paragrafo sui partenariati pubblico-privato.
 
Il report ripercorre le innovazioni normative introdotte dal decreto legge n. 133-2014, tra cui figura la disciplina degli incentivi fiscali per la realizzazione delle nuove infrastrutture mediante contratti di PPP. Il dl ha infatti ampliato l’ambito di azione alle opere previste in piani o programmi approvati da amministrazioni pubbliche, prima limitato dal criterio della “rilevanza strategica nazionale”, e ridotto da 200 a 50 milioni di euro il valore dell’opera al di sopra del quale viene concesso l’incentivo.
 
Alla stessa normativa si deve l'assegnazione di 3,8 miliardi di euro al Fondo Sblocca cantieri, per cui si attende a breve il decreto attuativo, dopo l'approvazione del decreto ministeriale del 14 novembre 2014 che ripartisce le risorse tra i vari interventi.