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25 novembre 2015Generale

L'esecutivo entra nel capitale Arexpo con 50 milioni

 di Giovanna Mancini

«Finalmente ci siamo, da oggi si apre una fase nuova», ha detto il presidente di Arexpo Luciano Pilotti commentando il testo del decreto "Happy days", arrivato giusto in tempo per l'assemblea dei soci che, ieri pomeriggio, si è riunita per discutere delle prospettive e delle funzioni future della società proprietaria dei terreni di Expo. Nell'articolo 5 del decreto, dedicato alle «iniziative per la valorizzazione dell'area utilizzata per Expo», sono infatti contenuti due passaggi fondamentali che rispondono alle urgenze necessarie per la sopravvivenza stessa di Arexpo: il coinvolgimento dello Stato nelle attività «anche mediante la partecipazione al capitale della società proprietaria delle stesse». E la dote economica per queste attività, ovvero 5o milioni per il 2015 che serviranno a garantire la continuità aziendale e fare fronte agli impegni con le banche (9 milioni di debiti da saldare entro fine anno e lo sblocco di altri 19 milioni per la copertura di contratti già in essere). Il decreto assegna inoltre, sempre per il 2015, 8o milioni all'Istituto italiano di tecnologia di Genova, che avrà il compito di realizzare il progetto «Italia 2040», presentato a Milano dallo stesso premier Matteo Renzi, ovvero un polo scientifico dedicato alla ricerca avanzata. Un progetto da realizzare, si legge nel decreto, «sentiti gli enti territoriali e le principali istituzioni scientifiche interessate». Altri 20 milioni andranno invece alla società Expo «per il concorso agli oneri di sicurezza» sostenuti durante l'evento. Un giudizio positivo sul decreto è stato espresso da tutta l'assemblea dei soci, che ha riconosciuto «l'impegno concreto» del governo nel futuro dell'area Expo, attraverso il suo ingresso in Arexpo (più volte annunciato nei mesi scorsi) e ha dato mandato al cda di definire nelle prossime settimane gli impegni con le banche. Quella di ieri è stata un'assemblea«di svolta» secondo Gianni Confalonieri, delegato del Comune di Milano per la società Arexpo, perché ha aperto una nuova fase per la società, che da "semplice" proprietaria dei terreni, assume ora il compito di sviluppare il progetto futuro di Expo. Per fare questo, fa notare Pilotti, serve però ridefinire e ristrutturare la società stessa, con una nuova governance, oltre a una sede e al personale adeguato. Tutti elementi che saranno discussi nelle prossime settimane, una volta definite le modalità di ingresso del governo nel capitale di Arexp o, oggi composto da Comune di Milano e Regione Lombardia (con il 34,7% ciascuno), Fondazione Fiera Milano (coni127,6%), Città metropolitana di Milano (con il 2%) e Comune di Rho (con l'l%). Restano da definire le modalità dell'ingresso (attraverso acquisizione di quote societarie o tramite una ricapitalizzazione), che sono ora al vaglio dei tecnici del ministero delle Finanze. Ma ieri sono prevalsi i giudizi positivi nel mondo politico milanese, a cominciare dal sindaco della città, Giuliano Pisapia, che ha parlato di un «passo in avanti che segna una svolta nell'impegno per realizzare un grande progetto innovativo». Per il ministro alle Politiche agricole con delega a Expo Maurizio Martina, «l'assemblea di oggi di Arexpo ha dimostrato che l'intervento del governo con il decreto post Expo è stato determinante». E positivo - nonostante le critiche per il ritardo del decreto arrivate ancora ieri dal Governatore Roberto Maroni - è stato anche il giudizio della rappresentante della Regione in Arexpo, Francesca Brianza: «Nel decreto c'è una presa di posizione ed è emersa la volontà del governo di entrare nella società».