Ferrovie dello Stato ha firmato il contratto per cedere a Terna l'intera rete elettrica ad alta tensione che alimenta i treni. È un passo per avviare la privatizzazione della compagnia ferroviaria.

La transazione riguarda la vendita dell'intero capitale di S.EL.F., Società Elettrica Ferroviaria, la controllata di FS che possiede 8379 chilometri di elettrodotti. In particolare, Terna acquisisce 7510 km di elettrodotti in alta e altissima tensione e 350 stazioni elettriche, che saranno integrati Rete di Trasmissione Elettrica Nazionale, 869 km di elettrodotti in alta e altissima tensione che fanno già parte della RTN e un contratto per il passaggio della fibra ottica di proprietà di BasicTel. Il valore della vendita è di 757 milioni di euro, stabilito dall'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema idrico. FS dichiara che una parte di questa somma (non ancora precisata) sarà investita in infrastrutture ferroviarie, come impone la Legge di Stabilità 2015.

Spiegando l'operazione, una nota di FS afferma che "l'acquisizione della rete di RFI fornisce a Terna la piena disponibilità delle reti ad alta tensione così da poterne ottimizzare l'uso anche in vista di una maggiore diffusione delle fonti di energia rinnovabili che richiedono una forte capillarità sul territorio della rete alta tensione".

Il Gruppo Terna comprende due aziende: Terna Rete Italia e Terna Plus. La prima possiede e gestisce la rete di trasmissione nazionale dell'elettricità, formata da 63.500 chilometri di linea, cui si aggiungono gli 8400 chilometri venduti da FS. L'azionariato di Terna è formato da investitori istituzionali (49%), Cdp Reti (controllata dalla società pubblica Cassa Depositi e Prestiti) che ha il 29,85% e dal retail (21%).