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26 febbraio 2016Trasporto ferroviario
TAV, Si' del Ministero dell'ambiente zero cave e cantieri ridimensionati
C'è il via libera del Ministero dell'ambiente al progetto Tav tra Brescia e Verona. La direzione generale ha dato parere positivo alla verifica
delle prescrizioni Cipe: azzerate le cave di prestito e ridotto l'impatto dei cantieri. Resta il sacrificio del Lugana, a fronte del quale vengono proposti incentivi per trasferire i vigneti cancellati dai binari.
La notizia è del 22 febbraio. "Si è conclusa con esito positivo la procedura di verifica di ottemperanza delle prescrizioni Cipe". In sostanza il Ministero dell'Ambiente ha dato il via libera al progetto definitivo dell'alta velocità Brescia Padova, accogliendo le ultime integrazioni di Cepav Due, il consorzio che realizzerà l'opera: azzeramento delle cave di prestito, riduzione dell'impatto dei cantieri, incentivi per il «trasferimento» dei vigneti Lugana in altre aree del comprensorio.
L'iter. Nel settembre 2014, quando l'iter progettuale della Tav Brescia Verona è stato rimesso in moto, erano tre le procedure attivate: la Valutazione di impatto ambientale sugli 11 puntivariati rispetto al progetto preliminare;
la verifica di ottemperanza alle prescrizioni del Cipe del 2003; l'approvazione del progetto definitivo, con la dichiarazione di pubblica utilità. La prima procedura si è conclusa a maggio: parere positivo, anche se con parecchie prescrizioni. Il 22 febbraio la direzione generale per le Valutazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente -
preso atto del parere della commissione Via e Vas ha invece firmato il decreto che certifica «la positiva conclusione dell'istruttoria di verifica di ottemperanza». In sostanza Cipe, Regione, Comuni avevano chiesto modifiche al progetto.
A giugno non tutte le prescrizioni erano state rispettate: restavano sei punti sui quali servivano integrazioni. Cepav Due, tra agosto e gennaio, ha fornito la nuova documentazione e alla fine è arrivato il via libera.
Tracciato. Il Ministero dell'ambiente non entra nel merito del tracciato: shunt, raddoppio della linea storica o altre opzioni sono di competenza del Dicastero delle infrastrutture. Si limita a valutare gli effetti del progetto attuale, che prevede lo shunt e l'affiancamento con la «corda molle» prima e l'A4 dopo.
Se nel lotto tra Travagliato e Calcinato i giochi sono ancora aperti, il resto del tracciato pare blindato.
Cantieri. Il Cipe aveva chiesto di «ottimizzare e minimizzare le occupazioni di aree», per limitare l'impatto dei cantieri. Aspetto di non poco conto, visto che i lavori - annunciati al via nel 2017 - dureranno almeno 7 anni. Cepav Due ha eliminato il cantiere operativo di Flero, per evitare interferenze col parco del Monte Netto; trasferito il cantiere base di Lonato, allontanandolo dal sito archeologico di Lavagnone;
ridotto il cantiere di Desenzano (da 87mila a 26mila mq), anche in questo caso per minimizzare le interferenze con Lavagnone; trasferito a Pozzolengo il cantiere previsto a Peschiera. Modifiche che hanno portato a un taglio del 22% delle aree di cantieri, da 1.078.000 a 845.000 mq. Cave. Il progetto definitivo presentato inizialmente da Cepav Due in Conferenza dei servizi prevedeva l'apertura di 7 nuove cave di prestito tra Lograto, Montichiari, Castenedolo, Calcinato e Castelnuovo: in tuttolO,2 milioni di metri cubi di terra e ghiaia per costruire la nuova ferrovia.
In realtà le opposizioni dei Comuni e le osservazioni degli stessi cavatori avevano evidenziato come le cave attuali fossero già in grado di fornire gli inerti necessari, senza bisogno di scavare nuovi crateri. Cepav Due aveva così stralciato sei delle sette cave, affidandosi «agli Ate esistenti», ritenendo però il sito di Lograto «strategico» e « irrinunciabile».
Ora però anche quest'ultima cava - da un milione di mc - è stata cancellata. Si sfrutterà l'Ate 18, già esistente: «gli enti e il proprietario della cava sono favorevoli a tale potenziamento» si legge nella relazione. Quanto a possibili ritardi per l'azzeramento delle cave di prestito, «i nuovi siti risultano già approvati e si possono quindi escludere le preoccupazioni di ritardi nel progetto».
Lugana e parchi. La prescrizione per la tutela delle aziende agricole del Lugana risulta « ottemperata»: sono state ridotte le previsioni iniziali (dovevano sparire 230 ettari di vigneti) e si sono proposte «misure di compensazione» che permettano di «creare aree a vigneto pari almeno a quelle cancellate». Ma l'impatto resta «forte», dice il Ministero, e la soluzione andrà «verificata in sede attuativa». Restano poi tre aspetti: le riqualificazioni delle valli fluviali (prescrizione «ottemperata»); il piano di inserimento e mitigazione ambientale per la zona industriale di Capriano e l'attraversamento di Flero (il progetto c'è, ma andrà condiviso con Satap-Itinera, la società che subentrerà a Centro Padane nel completamento della «corda molle»); il Piano di emergenza delle aziende a rischio rilevante lungo il tracciato (Air Liquide), da aggiornarsi con il Piano.
Il 22 febbraio si è chiusa le verifica: rispettate le prescrizioni del Cipe, alcuni punti da verificare in fase attuativa