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4 marzo 2016Generale

Il governo: appalti piu' trasparenti, stop alle gare al massimo ribasso

 Via libera dal Consiglio dei ministri al nuovo Codice per gli appalti pubblici. Moltissime le novità, a partire dal ruolo centrale conferito all’Anac, l’Autorità Anticorruzione, dall’addio alla vecchia «legge obiettivo», e da un diverso rapporto tra committente pubblico e operatori privati, che sulle opere pubbliche si assumeranno un rischio operativo più concreto.  
 
«Si tratta di una corposa riforma che mira a rendere il sistema dei lavori pubblici e delle concessioni finalmente all’altezza di un grande Paese europeo: semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione, e qualità», ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Per Delrio, «la legge obiettivo è stata un fallimento ed è stata archiviata; basta con le procedure straordinarie, si attua la rivoluzione della programmazione ordinaria». Tra le novità sottolineate dal ministro c’è anche la fine del meccanismo del «massimo ribasso» per le offerte: «Resterà solo per casi assolutamente marginali e ben normati. Gli appalti verranno assegnati in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’attenzione sarà alla qualità, e non più al prezzo più basso». Infine, nel rapporto con il pubblico il rischio andrà in capo ai soggetti privati in modo autentico. «Lo Stato - ha spiegato Delrio - non sarà obbligato a ripianare perdite su rischi assunti dai privati. Sembra una banalità, ma non era così. Con il nuovo codice questa sarà la regola. I privati avranno un rischio vero». 
 
Il ruolo dell’Anac  
Come detto, c’è un ruolo decisivo per l’Anac, l’Autorità Anticorruzione: avrà la gestione di tutte le banche dati sul settore e metterà a punto le linee guida necessarie per dare attuazione al nuovo Codice. Compito gravoso, per un’Autorità che nel 2015 è stata chiamata a ridurre del 25% le spese di funzionamento in ossequio ai principi di revisione della spesa pubblica. Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, «avrà nuovi compiti ma anche risorse adeguate», ha assicurato Delrio.  
 
E intervenendo a margine di un convegno, proprio Cantone ha detto che il nuovo Codice degli appalti «rappresenta una piccola rivoluzione copernicana», con una «scommessa, per certi versi molto pericolosa»: «L’idea di provare a lavorare sulla fiducia nella Pubblica amministrazione. Molti storcono il naso, ma non c’è alternativa. E un codice iperdettagliato finora non ha consentito né di fare i lavori nel Paese, né di sconfiggere la corruzione». Per la prima volta la qualificazione non verrà fatta solo per il privato ma anche per il pubblico, ha spiegato Cantone.  
 
Commenti favorevoli  
Quasi tutti favorevoli i commenti alla riforma. «Anche Forza Italia ha votato il nuovo codice degli appalti - ha detto Lucio Malan, senatore di Forza Italia - poiché migliora la trasparenza e l’efficienza delle gare. Il problema è che il governo fa di tutto per evitare le gare per gli appalti più grossi, quelli per le concessioni autostradali. Proprio il ministro Delrio ha firmato il 14 gennaio un protocollo per affidare senza gara per 30 anni l’autostrada Venezia-Trieste (per un totale di poco meno di 5 miliardi di incassi) a una partecipata dominata dal Pd e l’autostrada del Brennero (altri 10 miliardi di incassi) a un’altra partecipata ad egemonia Pd e Svp». «Ben venga il nuovo codice per gli appalti pubblici - afferma Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - finalmente si potrà chiudere una brutta pagina, lunga quindici anni, segnata troppo spesso da sprechi, corruzione e illegalità». Per Legambiente con la legge obiettivo «sono stati buttati decine di miliardi di euro in grandi opere definite “strategiche” che avrebbero dovuto modernizzare e rilanciare il Paese e che, invece, hanno portato ad una serie di cantieri infiniti o di progetti rimasti sulla carta».  

Fonte: La Stampa