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15 marzo 2016Trasporto marittimo e fluviale

Le risposte di Merlo sulla riforma portuale

Secondo il nuovo consulente del ministro Delrio, la procedura completata entro maggio, le Autorità Portuali saranno enti pubblici non economici e uno dei primi decreti attuativi riguarderà lo sdoganamento delle merci.
Luigi Merlo ha scelto la sua città natale, La Spezia, per esordire nel suo nuovo ruolo di consigliere del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, spiegando alcuni tratti distintivi di quella che sarà la riforma dell'ordinamento portuale. A proposito dei tempi d'attuazione, l'ex presidente dell'Autorità Portuale di Genova ha spiegato "che il prossimo 23 marzo il decreto legislativo andrà in discussione alla conferenza unificata Stato-Regioni, poi passerà rapidamente all'esame delle commissioni competenti di Camera e Senato. Prevediamo dunque di poter completare l'iter parlamentare nel mese di maggio per poi proseguire subito con i decreti attuativi".
Oltre al governo dei porti, priorità sarà data all'applicazione delle semplificazioni doganali (con l'istituzione dello Sportello Unico Doganale e dei controlli) tanto che il ministero dei Trasporti sta già preparando un decreto attuativo, frutto di un lavoro congiunto con l'Agenzia delle Dogane.
Rispondendo all'assessore regionale ligure ai porti, Edoardo Rixi, che chiedeva un modello di società per azioni pubblica per le nuove Autorità di Sistema Portuale, Merlo ha chiaramente detto che rimarranno enti pubblici non economici "perché la Spa pubblica non sarebbe molto diversa, mentre se scegliessimo la Spa autonoma (come sono le ferrovie) significherebbe che ogni Autorità Portuale dovrebbe mantenersi autonomamente con le proprie entrate e ciò significherebbe che in Italia sarebbero al massimo quattro realtà che riuscirebbero a sopravvivere".
A proposito delle Dogane e al delicato tema dei corridoi doganali tanto osteggiato proprio dagli spedizionieri spezzini, il consigliere di Delrio ha annunciato che "si sta pensando di regolare con precisione da un punto di vista normativo le stesse regole per lo sdoganamento dei container nei porti e nelle aree retroportuali, lasciando che sia dunque la merce a decidere dove effettuare queste operazioni". Merlo ha affermato di aver rilevato negli ultimi tempi una paura del Paese verso le riforme e il cambiamento: "C'è ancora troppa spinta localistica".
Una replica è arrivata anche alle preoccupazioni di Giorgia Bucchioni, rappresentante di La Spezia Port Service, che ha accusato la riforma di non risolvere i problemi infrastrutturali del Paese e di aumentare i poteri in capo al presidente dell'Autorità Portuale, estromettendo i privati da ogni processo decisionale. "Non sottovalutate la funzione dei tavoli di partenariato con i privati, che avranno anche funzioni di indirizzo e pianificazioni degli interventi da fare nei porti", ha risposto Merlo, che poi ha spostato l'attenzione sulla sfida del futuro che sarà rappresentata dall'automazione dei terminal portuali. "Nel Nord Europa è una realtà esistente già da molto tempo e da noi arriverà presto non appena entrerà in funzione la Piattaforma di Vado Ligure. Non credo avremo mai in Italia una completa automazione del lavoro in banchina ma è comunque un tema che va affrontato prima che diventi un problema sociale difficile da gestire".
Nicola Capuzzo

Fonte: Trasporto Europa