INFRASTRUTTURE

Ricerca per

oppure

Visualizza tutte le infrastrutture

INTERVENTI

Ricerca per

oppure

Visualizza tutti gli interventi

DOCUMENTI

Ultimi Documenti
Ricadute economiche, occupazionali e ambientali di A35 Brebemi sul territorio - 2019
Trasporto stradale
L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile - 2018
Generale
Corridoi ed efficienza logistica dei territori - 2018
Logistica e intermodalità
Tutti i Documenti >

MAPPE TEMATICHE

Selezionare i criteri di visualizzazione

17 marzo 2016Generale

Verso il centro 52 ore di code all'anno Fuori citta' il traffico peggiore d'Italia

L’area metropolitana al decimo posto delle capitali d’Europa per congestione
di Elisabetta Andreis
 
Il traffico sul groviglio di tangenziali e snodi autostradali intorno a Milano migliora, ma resta il peggiore d’Italia e il decimo nella classifica dei temibili in Europa. Un incubo, ad esempio, percorrere il venerdì pomeriggio il tratto di A4 verso la tangenziale Nord, o trovarsi il martedì mattina allo svincolo di Agrate Brianza, o ancora alla Vecchia Valassina, in direzione tangenziale Est. Fermo in coda dentro a un’auto, tra clacson e smog, chi entra o esce da Milano perde 52 ore l’anno: più di una settimana di lavoro.
Sono cinque ore in meno rispetto all’anno scorso (ed è il balzo positivo più brillante tra le varie città italiane). Ma è più del doppio rispetto alla media del Paese (19 ore), e tanto anche in confronto alle 26 ore di traffico rilevate intorno a Cagliari, seconda città più congestionata dello Stivale. In terza posizione c’è Roma, con 24 ore «sprecate» in coda. Seguita da Napoli, Palermo, Genova, Firenze e Torino. A Bologna, tra tutte la più virtuosa, le ore «perse» dentro la macchina sono «soltanto» dieci: un giorno pieno, che potrebbe essere di vacanza.
Gli ingorghi
Il rapporto «Traffic Scorecard» della società di consulenza Inrix, uscito in anticipo di tre mesi rispetto al solito e rilanciato dall’agenzia Dire, disegna una chiara mappa dei luoghi da cui tenersi alla larga. Si analizzano 96 metropoli: «Ben dodici delle venti strade più intasate del Vecchio continente circondano la città metropolitana di Milano», si legge. Anche se i dati vanno letti con qualche cautela. «Di Milano non si considera il centro o la città vera e propria ma solo quello che sta intorno, affollato di pendolari — minimizza subito l’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran —. Non mi trovo in linea con queste indicazioni, mi pare discutibile anche il confronto tra le altre realtà. Penso ci siano indici più affidabili — riflette —. È ad esempio bizzarro pensare che la congestione di Roma sia inferiore, no?».
Aspettando Tom Tom
La prossima settimana è attesa la classifica stilata da Tom tom, ad esempio. In ogni caso, continua l’assessore Maran, «abbiamo l’ennesima dimostrazione del miglioramento in atto. Qualunque indice si prenda in esame, emerge sempre questo trend».
In generale nel 2015 il traffico è sceso per un combinato di vari fattori, spiega ancora l’assessore: la crescita del car sharing e gli investimenti nel trasporto pubblico hanno fatto molto. «Sono state aperte dieci stazioni della nuova linea della metropolitana M5 Lilla, utilizzata da più di 130 mila passeggeri al giorno. In cinque anni, i passeggeri sui mezzi sono cresciuti del venti per cento, la flotta bus Atm ha fatto passi da gigante e si va verso la prima gara per i bus elettrici, che sono il futuro». Per non contare, sempre dentro la città, l’Area C: «Ha portato benefici misurabili su tutta la città e ridotto la congestione del 30 per cento».
Eppure va meglio
A livello europeo, Milano scende dal settimo al decimo posto nella graduatoria delle città meno virtuose. A vedere il bicchiere mezzo pieno migliora anche qui, dunque. Mentre Londra resta sempre in vetta, capitale indiscussa degli ingorghi. Prima anche nel mondo. Lì prendere l’automobile è un vero atto di coraggio: 101 le ore perse nel traffico. Più di due settimane di lavoro.
Seguono in Europa Stoccarda (Germania), Anversa (Belgio), Colonia (Germania), Bruxelles (Belgio), Mosca (Russia), Karlsruhe e Monaco (Germania), Utrecht (Olanda). E poi, a sentir loro, Milano.