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18 marzo 2016Generale

Opere incompiute dentro i piani triennali delle p.a.

Opere incompiute da aggiornare entro il 31 marzo 2016; a fine giugno la pubblicazione dell'elenco aggiornato; nel nuovo Codice appalti previsto l'obbligo di inserimento delle opere pubbliche incompiute nella programmazione triennale al fine di completarle o di individuare soluzioni alternative, fra cui la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di altra opera pubblica, la vendita o la demolizione.
 
La richiesta di aggiornare il censimento delle opere proviene dalla direzione generale per la regolazione e i contratti pubblici del ministero delle infrastrutture che nei giorni scorsi scritto ha chiesto a ministeri, regioni, province autonome, ma anche all'Anci, all'Upi e agli altri enti pubblici nazionali, regionali e locali, di aggiornare in maniera completa ed esaustiva gli elenchi anagrafici delle opere incompiute. Tutto ciò dovrà avvenire entro il 31 marzo 2016.
 
Sulla base dei dati ricevuti, si legge nella nota trasmessa dal ministero, il dicastero di Porta Pia, unitamente alle regioni e alle province autonome, ciascuno per le sezioni di rispettiva competenza, pubblicheranno entro il 30 giugno 2016 le graduatorie delle opere pubbliche incompiute aggiornate al 31 dicembre 2015, secondo i criteri imposti dalla legge che nel 2013 ha istituito il Simoi, il sistema informativo di monitoraggio delle opere incompiute accessibile dal sito del Servizio contratti pubblici (consultabile al sito www.serviziocontrattipubblici.it
 
Lo scopo del Simoi è stato quello di creare a livello informativo e statistico, una banca-dati costituita da appositi elenchi-anagrafe delle opere incompiute di competenza delle amministrazioni statali, regionali e locali.
 
In questi anni è aumentato il numero delle stazioni appaltanti iscritte al Simoi e, conseguentemente, delle opere pubbliche incompiute inserite nella banca dati: si è passati dalle 571 opere incompiute registrate nel 2013, a 689 opere monitorate nel 2014 e a 868 opere nel 2015.
 
Il tema delle opere incompiute viene peraltro trattato anche nel nuovo Codice degli appalti (approvato in via preliminare dal consiglio dei ministri del 3 marzo) dove si stabilisce che le opere pubbliche incompiute siano inserite nella programmazione triennale dei lavori pubblici, ai fini del loro completamento o per l'individuazione di soluzioni alternative quali il riutilizzo, anche dimensionato, la cessione a titolo di corrispettivo per la realizzazione di altra opera pubblica, la vendita o la demolizione.
 
In sostanza si profila l'obbligatorietà per ogni amministrazione pubblica della ricognizione delle opere incompiute in occasione di predisposizione dei piani triennali degli investimenti.
 
Inoltre, sempre nello schema di decreto che adesso è all'attenzione delle camere e del Consiglio di stato, si stabilisce che con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, previo parere del Cipe e sentita la Conferenza unificata, dovranno essere definiti anche i «criteri e le modalità per favorire il completamento delle opere incompiute».

Fonte: www.italiaoggi.it