INFRASTRUTTURE

Ricerca per

oppure

Visualizza tutte le infrastrutture

INTERVENTI

Ricerca per

oppure

Visualizza tutti gli interventi

DOCUMENTI

Ultimi Documenti
Ricadute economiche, occupazionali e ambientali di A35 Brebemi sul territorio - 2019
Trasporto stradale
L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile - 2018
Generale
Corridoi ed efficienza logistica dei territori - 2018
Logistica e intermodalità
Tutti i Documenti >

MAPPE TEMATICHE

Selezionare i criteri di visualizzazione

6 aprile 2016Trasporto stradale

Soldi per le strade, Pavia maglia nera in Lombardia

La provincia di Pavia è la cenerentola degli investimenti sulla viabilità rispetto alle altre undici province lombarde. Con circa 13 milioni di euro, si piazza al nono posto e, dopo di lei, ci sono solo Monza e Brianza, Sondrio e Lecco. Sulle sue strade è finito un decimo del denaro speso per Brescia, un quinto di Bergamo, un terzo di Mantova e meno della metà di Varese. Eppure è la terza per autostrade, con 95 chilometri (la media regionale è di 50), ed è prima per strade provinciali, con 1.750 km (su una media di 725). Ed è ancora prima, per totale complessivo di strade, con 2.158 km, oltre il doppio della media delle province lombardie che è di 983.
Sulla provinciale numero 11 diretta a Trovo i pendolari ne hanno contate 110 in un tratto lungo meno di un chilometro
I dati arrivano da Regione Lombardia che, nel report, sottolinea anche come “gli investimenti siano calati drasticamente dal 2008 al 2014”, passando, per l’intera rete viaria regionale, dai circa 350milioni del 2008 ai quasi 98milioni di due anni fa. E per il nostro territorio è un salasso.
Secondo uno studio, voluto da Camera di commercio e Università di Pavia, e condotto dal professor Stefano Denicolai, docente del Dipartimento di scienze economiche e aziendali, gli investimenti nella nostra provincia sono stati del 2,5%, contro il 32,9% di Milano, il 23,4 di Brescia, l’11,4 di Bergamo, il 6,3 di Mantova, il 5,4 di Varese, il 4,6 di Cremona, il 3,8 di Como e il 3,6 di Lodi. La media regionale è dell’8,33%.
Un territorio che, se incrementasse lo sviluppo infrastrutturale, potrebbe contare su un aumento del Pil di oltre il 18% su 15 anni: più 1,8% su base annuale nei primi 5 anni e più 1% per ciascuno dei 10 anni successivi. Nello studio, che analizza le esigenze e le criticità della nostra provincia, si legge che «siamo vicini ad un punto di non ritorno». E il docente spiega che «il non investire in infrastrutture non equivale a lasciare le cose come stanno, ma le peggiora in termini di competitività e di appetibilità».
 
«Esiste un solo tipo di investimento che comporta la certezza di ottenere un ritorno ed è quello sulle infrastrutture dove invece qui esiste un gap che non viene colmato – sottolinea Denicolai -. Il tempo è una risorsa preziosa ed è chiaro che strade in queste condizioni si percorrono in maggior tempo, penalizzando persone e aziende. Aziende che finiscono per non scegliere il pavese . Siamo primi in Lombardia per numero di chilometri, conseguenza di un territorio con una miriade di piccoli e micro Comuni, ma la qualità della rete viaria è pessima. Questo è un territorio in posizione geografica favorevole, ma è a rischio, con le criticità principali in Lomellina e Oltrepo, con i problemi legati alle emergenze idrogeologiche, e alle 120 frane, oltre alle 800 dormienti».
Senza dimenticare, ricorda il professore, l’indice di pericolosità stradale tra i più alti della Lombardia (1,7), superiore alla media regionale (1,1) e a quella nazionale (1,4).
 
La statistica italiana: usate per lavori 44 milioni di tonnellate di bitumi nel 2006, 21 nel 2014. E il parco circolante è aumentato. La provincia di Pavia al collasso
Resta aperta anche la questione ponti. Sul ponte della Becca, ricorda il docente, transitano circa 15mila mezzi al giorno per senso di marcia, su quello di Bressana ne passano 28mila. Se avvenisse la chiusura contemporanea ai mezzi pesanti su queste strutture, oltre alla Gerola, si avrebbe un danno di circa 10milioni al mese. «E la Becca è a rischio collasso – precisa Denicolai -. Per questo sarebbe stato utile il nuovo ponte, legato all’intervento dell’autostrada Broni – Mortara, che avrebbe risolto il problema, anche se non definitivamente, con investimenti privati». Autostrada che segna la distanza con gli ambientalisti. Perché, ricorda Renato Bertoglio di Legambiente, proprio lo spettro di quest’opera ha bloccato gli investimenti nella nostra provincia. «Nel 2002 la Regione aveva stanziato 170mln, inutilizzati aspettando questa autostrada. Soldi che sarebbero serviti a migliorare strade prive di segnaletica e costellate di buche».
Stefania Prato