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1 ottobre 2012Trasporto ferroviario

Gallerie di base del Gottardo e del Ceneri: lavori a pieno regime

I lavori ai cantieri di AlpTransit San Gottardo SA procedono a pieno ritmo. Alla Galleria di base del Ceneri è stata scavata più della metà dei 40 km di gallerie e cunicoli. Alla Galleria di base del San Gottardo invece ci si concentra sull’installazione della tecnica ferroviaria.

Alla Galleria di base del San Gottardo, nel mese di febbraio l’impresa generale Transtec Gotthard ha iniziato la posa del binario senza massicciata a partire dal portale nord di Erstfeld. A inizio settembre nel tubo est tra Erstfeld e Sedrun è terminato l’ultimo intervallo d’installazione del binario senza massicciata.

Il Consiglio federale durante la sua visita del 5 settembre 2012 ha potuto quindi percorrere i binari definitivi da Erstfeld fino alla stazione multifunzionale di Sedrun. Nel tubo ovest, al momento vengono posati i binari. Nella Galleria di base del San Gottardo, in parallelo ai lavori della tecnica ferroviaria, sono in corso i lavori di rifinitura interna. Lungo la tratta a cielo aperto a nord del portale di Erstfeld sono in costruzione diverse opere.

A sud, al Nodo della Giustizia, sono in corso i lavori che permetteranno l’integrazione della nuova linea alla linea esistente. Su tutti i piazzali d’installazione di costruzione grezza sono in corso i primi lavori di smantellamento. La messa in esercizio della Galleria di base del San Gottardo è prevista per la fine del 2016.

Alla Galleria di base del Ceneri sono stati scavati quasi 22 km, ossia più del 55% dell’intero sistema di gallerie e cunicoli, lungo in totale quasi 40 km. Ai fronti di scavo in direzione sud il vantaggio sul programma lavori è aumentato da due a quattro mesi. AlpTransit San Gottardo SA e il Consorzio Condotte-Cossi prevedono che questa tendenza positiva verrà mantenuta.

Gli avanzamenti in direzione nord accusano un ritardo di sette mesi sul programma lavori, causato soprattutto da difficoltà geologiche. Renzo Simoni, Presidente delle Direzione di AlpTransit San Gottardo SA, è però fiducioso che la messa in esercizio della Galleria di base del Ceneri avverà come pianificato alla fine del 2019. Al momento si stanno valutando delle misure per aumentare le prestazioni di avanzamento, ottimizzare la sistemazione interna e con ciò compensare il ritardo.

Anche Duccio Astaldi, Presidente del Consorzio Condotte-Cossi, è certo che i ritardi all’avanzamento nord possano essere ridotti. Di grande importanza è però il benessere dei minatori. Per quanto attiene alla sicurezza sul lavoro, grazie alle stretta collaborazione con AlpTransit San Gottardo SA, la direzione lavori e la SUVA si riscontra un’incidenza di infortuni al di sotto dei valori medi federali. L’obiettivo è aumentare ulteriormente la sicurezza sul cantiere. In quest’ottica il Consorzio ha firmato una lettera d’intenti con le associazioni sindacali. Duccio Astaldi segnala inoltre che negli ultimi tre anni Condotte-Cossi ha lavorato a stretto contatto con realtà imprenditoriali locali e della svizzera interna. La percentuale degli acquisti perfezionati con fornitori e/o imprenditori svizzeri, rapportata al costo totale sostenuto dal consorzio, raggiunge attualmente l’ 85%.

Se l’Italia non potenzierà la propria linea ferroviaria la Svizzera, che ha fretta e non vuole aspettare i tempi lunghi dell’Italia, è pronta a mettere sul piatto 230 milioni di franchi per finanziare il potenziamento della rete ferroviaria a Sud dell’AlpTransit, cioè in Lombardia, e poter al più presto togliere i Tir dalle strade facendo viaggiare le merci via treno.
Proprio per raggiungere questo obiettivo la Svizzera ha avviato l’imponente cantiere dell’AlpTransit che permetterà ai convogli di viaggiare ad alta velocità tra Zurigo e Lugano. Il problema, grosso per gli elvetici, è che una volta arrivati a Lugano i treni dovranno tirare il freno perché da lì in poi i binari non sono più in grado di sostenere i transiti veloci e frequenti necessari per convincere le imprese a far viaggiare le merci sui binari e non sull’asfalto.

Nei giorni scorsi il Consiglio federale di Berna, ovvero il governo della Confederazione elvetica, ha dichiarato di essere pronto a investire 940 milioni di franchi per rimuovere tutti quegli ostacoli (gallerie troppo piccole, impianti di segnalazione inadeguati e così via) che, a Nord e a Sud dell’AlpTransit, oggi impediscono il passaggio dei vagoni che trasportano i Tir e le loro merci.

E poiché, come mette nero su bianco in un comunicato lo stesso Consiglio federale, il sistema funzionerà “solo se sarà proseguito sul versante italiano”, Berna è disponibile a destinare 230 di quei 940 milioni di franchi all’Italia, visto che il nostro Paese al momento non ha in programma grandi interventi di potenziamento delle linee né lungo l’asse Chiasso-Como-Milano né sul versante varesino, in direzione dell’aeroporto di Malpensa e del grande terminal della Hupac di Busto Arsizio-Gallarate, dove i camion e i container possono salire e scendere dai treni.

“Il Consiglio federale”, si legge nel comunicato ufficiale di Berna, “prevede di incentivare con un prefinanziamento i lavori di ampliamento lungo le tratte Chiasso-Milano e lungo la parte italiana della linea di Luino tra Ranzo (in Ticino, ndr) e Gallarate”. La Svizzera, insomma, evidentemente insoddisfatta di come si stiano mettendo le cose al di qua del confine, dà la sveglia all’Italia. E non solo. Ci mette pure i soldi.