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26 novembre 2012Trasporto aereo
Brescia pronta a investire sullo scalo: `Ma serve un progetto concreto e un piano nazionale`
E’ bastata la proposta dell’imprenditore Bernardo Caprotti per far discutere l’intera Lombardia: il potenziamento dell’aeroporto di Montichiari comporterebbe infatti il ripensamento degli interi equilibri dell’asse aeroportuale del Nord Italia. Al centro delle polemiche vi è la disparità tra le potenzialità dell’attuale scalo bresciano, il suo utilizzo al momento ridotto e il bilancio in negativo. Eppure, la proposta non appare priva di fondamento e incontra l’appoggio dell’amministrazione locale, come spiega l’assessore ai Trasporti della Provincia di Brescia affascinanti, ma che oggi devono essere portati avanti in modo concreto. Si può pensare a un hub del Sud Europa iniziando con i voli cargo, per recuperare l’aspetto economico».
Apparentemente poca differenza con la denominazione di “hub del Nord Italia” utilizzata dai più, che però sottolinea le intenzioni di conferire allo scalo un ruolo di primo piano nel panorama internazionale. «I voli cargo e i voli per i passeggeri in questo modo possono convivere, poi in 20 o 30 anni si potrà pensare di implementare.
Il Governo deve seguire una linea precisa con una gara europea, ci sono già stati segnali di interesse da parte di importanti realtà estere. Questo è comunque il destino di Montichiari: gli altri aeroporti andranno presto ad esaurimento e Montichiari sarà comunque destinato ad assorbire i voli passeggeri che gli altri aeroporti non riescono a soddisfare». Anche i limiti strutturali sarebbero del tutto superabili: «In parte gli interventi necessari sono già stati fatti, come l’ampliamento della pista per l’atterraggio di 747 a pieno carico. Sulle infrastrutture si sta già lavorando: sono state create nuove bretelle, migliorata la rete autostradale, mentre la linea Tav prevede uno scalo diretto a Montichiari. E’ chiaro che Malpensa esiste e non si può pensare di cancellarla, ma si deve lavorare concretamente e gradualmente nella realizzazione di un hub del sud Europa che sfrutti le potenzialità di Montichiari».
Apparentemente poca differenza con la denominazione di “hub del Nord Italia” utilizzata dai più, che però sottolinea le intenzioni di conferire allo scalo un ruolo di primo piano nel panorama internazionale. «I voli cargo e i voli per i passeggeri in questo modo possono convivere, poi in 20 o 30 anni si potrà pensare di implementare.
Il Governo deve seguire una linea precisa con una gara europea, ci sono già stati segnali di interesse da parte di importanti realtà estere. Questo è comunque il destino di Montichiari: gli altri aeroporti andranno presto ad esaurimento e Montichiari sarà comunque destinato ad assorbire i voli passeggeri che gli altri aeroporti non riescono a soddisfare». Anche i limiti strutturali sarebbero del tutto superabili: «In parte gli interventi necessari sono già stati fatti, come l’ampliamento della pista per l’atterraggio di 747 a pieno carico. Sulle infrastrutture si sta già lavorando: sono state create nuove bretelle, migliorata la rete autostradale, mentre la linea Tav prevede uno scalo diretto a Montichiari. E’ chiaro che Malpensa esiste e non si può pensare di cancellarla, ma si deve lavorare concretamente e gradualmente nella realizzazione di un hub del sud Europa che sfrutti le potenzialità di Montichiari».